3D ART XP”: progetto sperimentale di visita virtuale e scansione in 3D per il Museo Civico Medievale di Bologna
Con le sue collezioni ricche di raffinati manufatti, preziosi capolavori e oggetti unici il Museo Civico Medievale di Bologna presenta una visione unica dell’arte e della storia di Bologna durante l’epoca medievale. Da oggi si potrà scegliere tra due modalità per varcarne la soglia e compiere un affascinante viaggio a ritroso nel tempo: percorrendo a piedi il portico di via Manzoni, nel cuore del centro storico della città, fino a raggiungere il numero civico 4 oppure entrando nella sua versione tridimensionale, immersiva e interattiva, attraverso il collegamento al sito web https://museocivicomedievalebologna.publicsicc.com.
Dalla partnership tecnica dell’Istituzione Bologna Musei con Publics ICC, start-up attiva nell’ambito della ideazione e realizzazione di software e soluzioni innovative volte alla fruizione del patrimonio artistico-culturale, nasce 3D ART XP, un nuovo percorso virtuale a libera accessibilità in grado di trasportare il visitatore direttamente all’interno degli spazi del museo, per un’esperienza di visita completa e dinamica grazie all’integrazione tra innovative tecnologie digitali 3De contenuti audiovisivi.
Sfruttando le potenzialità della rappresentazione virtuale, il museo diventa fruibile online in una duplicazione digitale fedele allo spazio “reale”: dalla configurazione architettonica dell’edificio dove ha sede dal 1985 all’ordinamento del complesso patrimonio che contribuisce a raccontare la storia di Bologna, a partire dagli antichi manufatti altomedievali del VII-IX secolo fino al XVI secolo. All’esperienza di visita fisica negli spazi del museo si affianca così, senza sostituirla, una diversa forma di fruizione che contribuisce ad ampliare l’offerta informativa sul patrimonio e rendere il pubblico più consapevole e desideroso di avvicinarsi, per la prima volta o per tornare ad esplorarne le collezioni da un diverso punto di vista.
L’utilizzo di tecnologia laser a luce strutturata ha permesso di realizzare scansioni reali in alta risoluzione di tutti gli ambienti espositivi nella loro interezza, liberamente percorribili su qualsiasi tipo di device. Muovendosi all’interno dei 4 piani in cui si articola la planimetria virtuale, l’utente può esplorare lo space 3D ruotando il modello con qualsiasi angolazione a 360° per apprezzare appieno il layout e il modo in cui ogni ambiente è correlato rispetto all’intero spazio. L’inserimento di punti di interesse dinamici tridimensionali (hotspot) consente inoltre un accesso veloce ad approfondimenti di carattere tecnico, storico e artistico attraverso contenuti audiovisivi di storytelling, realizzati con la consulenza scientifica dello staff del museo.
A dare il benvenuto e accogliere il visitatore nel cortile di Palazzo Ghisilardi è il direttore Massimo Medica, che ne ripercorre la complessa stratificazione storica, definendolo di per se stesso “un museo nel museo”, per il radicamento nel tessuto urbano e il sedimento di accumulo plurisecolare di cui porta testimonianza.
Fatto erigere tra il 1483 e il 1491 dal notaio Bartolomeo Ghisilardi come residenza di famiglia, l’edificio offre un punto di immediato interesse, visibile sul lato destro del cortile, nella casa-torre alta una ventina di metri, che ci riporta alla cruciale fase di grande ripresa della città dopo la crisi tardo antica e altomedievale. È detta “dei Conoscenti”, dal nome del facoltoso Alberto Conoscenti, capitano di milizie e poi tesoriere del Comune di Bologna, che fece erigere un pre-esistente edificio agli inizi del Trecento, ma più spesso “ritrovata”. Per secoli di essa si persero infatti le tracce fino a quando, durante i lavori compiuti negli anni Settanta in vista dell’apertura del museo, è tornata a esserne visibile la struttura inglobata all’interno della costruzione medievale, che costituisce una delle 20 torri gentilizie ancora esistenti nel centro di Bologna. Oltre alla tracce della precedente struttura medievale, sono visibili anche reperti di età romana e notevoli resti murari in selenìte della Rocca imperiale che i Bolognesi distrussero nel 1115 all’indomani della morte di Matilde di Canossa, durante il processo di affermazione dell’autonomia comunale.
L’esperienza di visita si articola in sette percorsi tematici introdotti da brevi contrappunti narrativi in forma di clip, visibili anche sul canale YouTube di Publics ICC, che illuminano alcuni dei principali aspetti storici e storico-artistici di Bologna durante il Medioevo. Un periodo pregiudizialmente percepito come buio, superstizioso e oscuro, dai quali emerge invece l’immagine di una città agli esordi delle sue istituzioni civili e culturali, in forte espansione urbanistica e demografica e aperta a vivaci relazioni internazionali in ambito europeo. Caratteri e valori identitari, in quei secoli in piena fase di elaborazione, che si ritrovano pressoché intatti nella città di oggi, con il loro inestimabile fascino.
Una bussola giuridica per l’Europa: la Scuola bolognese dei Glossatori; Bonifacio VIII e la lotta eterna tra Bologna e Ferrara; Fondere l’immaginazione: l’arte del bronzo; Un marchio per leggere la storia: i sigilli; La società dei tornei: l’aristocrazia che guerreggia; La micro scultura in avorio: lavori certosini e dettagli preziosi; La ceramica artistica nel Medioevo sono i capitoli che il visitatore può percorrere come in un avvincente romanzo storico, immergendosi nell’atmosfera di una cultura artistica di eccezionale vitalità espressiva, tra la sua cospicua popolazione di glossatori e di studenti provenienti da ogni parte della Cristianità latina per frequentare l’eccellente Studium, patria medievale del diritto, e dentro le botteghe artistiche e librarie, che affermarono la città come centro preminente della produzione di manoscritti a sud delle Alpi.
Ai percorsi tematici è collegato un catalogo tridimensionale di 45 manufatti artistici che permette di apprezzare dettagli e caratteristiche non visibili a occhio nudo, grazie a un processo di scansione con scanner mobili a luce strutturata, in grado di acquisire contemporaneamente forme e texture, e la riproduzione 3D con software di modellazione di ultima generazione.
I pezzi selezionati sono rappresentativi della varietà delle collezioni del museo, tra i più iconici e prestigiosi che ne identificano il patrimonio ma anche tra i meno noti.
La procedura di consultazione del modello prevede le principali modalità di interazione: movimento lineare, rotazione, variazione del punto di vista e la consultazione di una scheda descrittiva con le caratteristiche specifiche di ogni oggetto.
In linea con l’indirizzo assunto di integrare ed espandere la funzione espositiva reale dei musei con il contributo delle tecnologie digitali, questo nuovo progetto sperimentale di valorizzazione delle collezioni conferma l’attenzione dell’Istituzione Bologna Musei verso la qualità dei dispositivi di comunicazione e dei contenuti divulgativi come strumenti indispensabili per favorire la più ampia conoscenza del patrimonio anche da remoto.
Il Museo Civico Medievale identifica e riflette il valore universale della civiltà comunale e universitaria bolognese. Non è casuale che la presentazione della sua versione virtuale avvenga alla vigilia dell’apertura della mostra Medieval Bologna: Art for a University City visibile al Frist Art Museum di Nashville dal 5 novembre 2021 al 30 gennaio 2022, la più ampia finora organizzata negli Stati Uniti sull’arte medievale bolognese, di cui è unico museo italiano prestatore, accanto a biblioteche e musei americani tra cui J. Paul Getty Museum, Library of Congress, Metropolitan Museum of Art, National Gallery of Art, New York Public Library e Princeton University Library.
A ideale completamento del percorso virtuale 3D ART XP, rimane consultabile sul portale www.storiaememoriadibologna.it lo scenario tematico dedicato al Lapidario, che consente una passeggiata virtuale nella raccolta di 41 manufatti lapidei, ‘fogli di pietra’ in cui sono incise vicende pubbliche e private sullo sfondo della vita quotidiana bolognese tra Alto Medioevo e XVII secolo.