Dal 16 ottobre Rimini sarà fra le città protagoniste delle celebrazioni nel cinquecentesimo avversario della morte di Raffaello con la mostra incentrata sulla Madonna Diotallevi, oggi a Berlino. Dopo 178 anni l’opera giovanile dell’Urbinate che porta il nome del suo ultimo proprietario privato, il marchese riminese Audiface Diotallevi, tornerà a Rimini, in prestito dai Musei Statali di Berlino fino al 10 gennaio 2021.

Un ritorno che permetterà una nuova contestualizzazione di questo capolavoro con un approccio originale, legato al territorio per la storia della collezione, e nel contempo focalizzato sulla formazione e sull’attività giovanile dell’Urbinate.

“Un incontro – ha detto il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi, nel corso dell’anteprima per la stampa di questa mattina insieme all’assessore Giampiero Piscaglia, al curatore della mostra Giulio Zavatta e all’architetto Alessandro Mori dello studio Cumo, Mori, Roversi che ha curato l’allestimento – tra innovazione e tradizione, come spesso è capitato nel corso della storia di Rimini quando si sono incrociati momenti cruciali per la storia e lo sviluppo della città, negli anni legati a quest’opera, nella prima metà dell’800, in cui una borghesia illuminata, tra stabilimenti dei bagni e nuovo teatro, fu al centro di un cambiamento epocale, ed anche in questi anni in cui la città sta vivendo un radicale cambiamento scegliendo per il proprio futuro l’arte e la sua potenza straordinaria.”

Il taglio del nastro della mostra dal titolo “Raffaello a Rimini. Il ritorno della Madonna Diotallevi”, è previsto nel pomeriggio di oggi venerdì 16 ottobre nell’ambito della XXII edizione del Festival del Mondo Antico, a conclusione degli interventi del curatore, Giulio Zavatta e dello storico dell’arte Costantino D’Orazio sulla figura del grande artista.

La splendida tavola del giovane Raffaello, infatti, oltre a consentire di ammirare un frutto ancora acerbo ma già carico di promesse della sua arte, si rivela un mezzo straordinario tramite il quale raccontare la Rimini dell’Ottocento, i suoi più eminenti personaggi, le collezioni che svelano una ricchezza artistica finora insospettata che apre idealmente all’Europa e poi al mondo. La storia del prezioso quadro, infatti, porta a Berlino a seguito dell’acquisto di Gustav Friedrich Waagen nel 1842, che lo ha proclamato come opera raffaellesca. Da allora dinnanzi alla Madonna Diotallevi si sono avvicendati i più grandi critici, da Passavant a Bode, da Cavalcaselle a Morelli, da Fischel a Venturi, da Berenson a Longhi, restituendo una serie di suggestioni e affascinanti letture. Altri dipinti della collezione, ammirata e ricordata da illustri viaggiatori, già attribuiti a Leonardo da Vinci, a Bellini, al Correggio, a Benvenuto Tisi da Garofalo, detto il Garofalo, sono oggi in prestigiosi musei internazionali.

A questi si aggiungono il Crocifisso di Giovanni da Rimini, donato da Adauto Diotallevi al museo cittadino nel 1936, e l’Incoronazione della Vergine di Giuliano da Rimini appartenuta allo stesso Audiface, che è stata restituita alla città nel 1998 grazie all’intervento della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini. Tavole che, oggi al Museo della Città, rifletteranno i loro bagliori d’oro accanto alla Madonna di Raffaello nel percorso espositivo.

La mostra è promossa dai Musei Comunali di Rimini; la cura è affidata a Giulio Zavatta, storico dell’arte dell’Università di Venezia, autore del recente volume sulla Madonna Diotallevi.

Lo studio riminese Cumo Mori Roversi architetti ha realizzato il progetto allestitivo che valorizza il capolavoro di Raffaello e assicura la maggiore sicurezza in relazione alle norme anti-Covid.

La mostra ospitata al Museo della Città “Luigi Tonini” (Rimini, via L. Tonini, 1) sarà aperta al pubblico dal 17 ottobre 2020 al 10 gennaio 2021 e osserverà gli orari di apertura del Museo.

La visita può avvenire esclusivamente previa prenotazione, collegandosi al sito del Festival del Mondo Antico http://antico.comune.rimini.it/ oppure al sito  http://www.museicomunalirimini.it/  E’ richiesto il pagamento di un biglietto che dà diritto all’ingresso e alla visita, della durata di circa 30 minuti, con l’accompagnamento di un operatore museale. Catalogo di NFC Edizioni, a cura di Giulio Zavatta.

Molte Madonne di Raffaello portano il nome dell’ultimo proprietario privato prima del loro ingresso nelle principali istituzioni museali del mondo: la Diotallevi fa parte di questo novero.  La storia di questo dipinto, infatti, allo stato attuale delle conoscenze, risale fino al suo ultimo collezionista, il marchese riminese Audiface Diotallevi. Non si hanno notizie sulla sua precedente vicenda né sulla sua provenienza originaria. In realtà, tuttavia, presso il nobile romagnolo il dipinto era considerato opera di Perugino. Per questa piccola tavola, quindi, la vicenda critica sotto il nome di Raffaello si originò quando Gustav Friederich Waagen, vedendola a Rimini nel 1842, la riconobbe come opera giovanile dell’Urbinate, raccomandando al suo direttore generale Ignaz von Olfers di procedere celermente al suo acquisto per 150 talleri Luigini «poiché questo dipinto presumibilmente sarà uno dei più richiesti del mondo»

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