Al via la VIII Biennale di Mosaico contemporaneo
Torna a Ravenna la Biennale di Mosaico Contemporaneo, un appuntamento unico nel suo genere che, per tre intensi mesi, invita ad immergersi in una tecnica dalla storia secolare che non smette di affascinare, alla scoperta delle molteplici e diversificate forme che la rendono viva e pulsante. La mostra del MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna, dedicata ad uno dei più importanti artisti che l’Italia del secondo Novecento abbia espresso, Alberto Burri, apre un ricco cartellone di eventi tra grande arte, design, architettura, creatività e sperimentazione. Dal 14 ottobre 2023 al 14 gennaio 2024, diffusa in tutta la città di Ravenna, l’VIII Edizione della Biennale di Mosaico Contemporaneo a cura di Daniele Torcellini,propone uno sguardo al presente del mosaico sullo sfondo delle testimonianze di epoca paleocristiana e bizantina, annoverate nella Lista del Patrimonio Mondiale dall’UNESCO, ancora fonte inesauribile di stimoli. Monumenti, musei, chiostri, gallerie, laboratori di mosaico, spazi temporanei e simbolici diventano luoghi d’eccezione e occasioni di incontro in cui arte antica e contemporanea si rispecchiano l’una nell’altra, facendo dell’autunno ravennate un appuntamento da non perdere.
La Biennale di Mosaico Contemporaneo è promossa, organizzata e sostenuta dal Comune di Ravenna, Assessorato alla Cultura e al Mosaico e Assessorato al Turismo,coordinata dal MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna e realizzata grazie al prezioso sostegno del Progetto del Ministero del Turismo per la valorizzazione di Ravenna come città del Mosaico, della Regione Emilia-Romagna, della Fondazione Raul Gardini, della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e di Romagna Acque Società delle Fonti.
Il ricco percorso espositivo della Biennale parte dal MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna che ospita BURRIRAVENNAORO. L’importante mostra dedicata ad Alberto Burri, a cura di Bruno Corà, ripercorre la storia dell’intenso rapporto che Burri, dalla fine degli anni Ottanta, ha intrattenuto con Ravenna. Concependo diversi cicli di opere ispirate alla storia e alla cultura artistica della città, Burri, in una delle sue ultime serie, incarna e trasfigura nel contrasto di nero e oro, buio e luce, il dialogo con il mosaico storico ravennate nell’attualità di una città in cui le vestigia del passato si sono progressivamente intrecciate agli sviluppi economici, industriali, politici e sociali del presente. Nel contesto della Biennale di Mosaico Contemporaneo, le opere di Burri sono una preziosa occasione per esplorare le molteplici suggestioni estetiche e di significato che le testimonianze monumentali e musive di epoca paleocristiana e bizantina di Ravenna hanno offerto e continuano ad offrire, entro i confini delle tecniche tradizionali o al di fuori, reinventando i codici del mosaico.
Con l’idea di fare luce su come un territorio fortemente connotato dall’eredità storica del proprio passato si sia confrontato tanto con il mosaico paleocristiano e bizantino, quanto con le spinte innovatrici dell’arte contemporanea, il MAR ospita La memoria fisica della materia. La mostra, a cura di Linda Kniffitz e Daniele Torcellini, attraverso una selezione di artisti e artiste di generazioni diverse, mette in evidenza le pratiche sperimentali del mosaico di ambito ravennate, dagli anni 70 ad oggi, in cui i materiali che hanno caratterizzato la tecnica nell’antichità sono esplorati nella loro presenza e concretezza, alla ricerca di forme, spazi, equilibri e contrasti, al di là di ogni intenzione figurativa. La mostra presenta le opere di Paolo Racagni, Marco De Luca, Marco Santi, Valentino Montanari, Almuth Schöps, Felice Nittolo, Sergio Policicchio, Toyoharu Kii, Daniele Strada, Marco Bravura, Verdiano Marzi, Stefano Mazzotti, Takako Hirai, CaCO3, Sara Vasini.
Negli spazi del MAR, accanto alle due esposizioni temporanee, è visitabile la Collezione di Mosaico Contemporaneo. Recentemente riallestita, ripercorre lo sviluppo che la tecnica del mosaico ha visto svolgersi a Ravenna dal secondo decennio del Novecento ad oggi. Il percorso espositivo è articolato in tre sezioni: Mosaici Moderni Mostra 1959, Mosaico & Design e Declinazioni Contemporanee. La Collezione si sviluppa per nuclei cronologicamente scanditi che mettono in evidenza le diverse anime che il mosaico può incarnare: il rapporto con artisti di larga fama nella realizzazione di opere che si avvalgono delle abilità di chi ne padroneggia la tecnica; ma anche il rapporto con il design di interni nella realizzazione di oggetti di arredo esclusivi; fino all’impiego della tecnica in qualità di linguaggio artistico autonomo, da parte di artisti che ne fanno il proprio mezzo espressivo, unico o privilegiato. Con opere di artisti internazionali come Marc Chagall, Giuseppe Capogrossi, Georges Mathieu, Mirko, Renato Guttuso ed Emilio Vedova, nate sotto l’attenta visione di Palma Bucarelli e Carlo Giulio Argan e realizzate con la collaborazione dei mosaicisti ravennati, fino a quelle contemporanee di Luigi Ontani, Mimmo Paladino, Piero Gilardi e le nuove sperimentazioni del linguaggio a mosaico come quelle tra le altre di Giuliano Babini, Luca Barberini, Marco Bravura, Marco De Luca, CaCO3, Silvia Naddeo, Paolo Racagni, fino a quelle più lontane dalla tradizione come per Francesca Pasquali e Omar Hassan.
Nello storico Palazzo Rasponi dalle Teste la mostra Episodi di Mosaico Contemporaneo vede design e mosaico dialogare e interagire nella produzione di nuovi e speciali oggetti destinati all’arredamento degli interni. Il progetto, a cura di Maria Cristina Didero, prima curatrice italiana a guidare Design Miami/, nasce coinvolgendo sei designer e creativi per l’ideazione di oggetti destinati ad essere lavorati a mosaico. Disegno industriale, tecnologie digitali di stampa 3D e di taglio dei materiali, abilità e sensibilità tipiche della lavorazione artigianale del mosaico, fatta di tessere di materiali lapidei e vetrosi, convergono con ingegno, offrendo risultati di grande fascino e originalità. I progetti disegnati dagli autori Arthur Arbesser, Atelier Biagetti, Cara \ Davide, Francesca Lanzavecchia e Gio Tirotto, sono realizzati a mosaico dai laboratori Annafietta, Gruppo Mosaicisti di Marco Santi, Pixel Mosaici in collaborazione con Dimensione Mosaico, Koko Mosaico di Arianna Gallo e Barbara Liverani Studio e vedono l’azienda WASP coinvolta nella produzione dei supporti, stampati in 3D in PLA; il progetto di Marco Guazzini è realizzato da CaCO3 Studio e vede invece la collaborazione tra le aziende Bencore e UpGroup, per la produzione del supporto in alluminio alveolare sagomato e per le lavorazioni in marmo.
Tra le biblioteche più importanti d’Italia per la raccolta di libri e documenti che conserva, in spazi storici di grande fascino e suggestione, la Biblioteca Classense è uno dei luoghi da visitare anche in questa Biennale di Mosaico Contemporaneo. Due gli eventi proposti. La Sala Mosaico ospita il progetto Palianytsia dell’artista ucraina Zhanna Kadyrova, a cura di Maria Rita Bentini. Palianytsia è un progetto, presentato per la prima volta in occasione della 59esima Biennale di Venezia nel 2022, che nasce dall’esigenze di testimoniare le drammatiche condizioni in cui l’artista e moltissimi suoi connazionali stanno vivendo, in Ucraina, in questo momento storico. In mostra sono presenti opere in pietra e un documentario a cura di Ivan Sautkin, realizzato dai registi di Kiev, Olena Zashko e Ganna Yeresko. Zhanna Kadyrova, nel suo lavoro, fa emergere le contraddizioni che connotato le società contemporanee, a partire dai suoi territori di provenienza – quel confine tra est post-sovietico e occidente che vive profondi contrasti mai risolti, come l’attuale guerra ci ricorda giornalmente – impiegando materiali di recupero e di uso comune, associati all’edilizia e all’architettura, come piastrelle, ceramica, mattoni, cemento e, in numerose occasioni, la tecnica del mosaico.
Nella Manica Lunga della Biblioteca Classense sono invece esposte le opere della sesta edizione del Premio GAeM – Giovani Artisti e Mosaico, a cura di Sabina Ghinassi e Paolo Trioschi. Nell’idea che il mosaico possa essere una chiave di lettura di una contemporaneità complessa e frammentata in cerca di senso e coesione, il concorso nasce con l’obiettivo di promuovere, sostenere ed esplorare l’approccio al mosaico delle generazioni più giovani, sia nelle sue forme più identitarie, sia in quelle più sperimentali ed eccentriche. Il premio, in collaborazione con la storica fornace di produzione di smalti musivi, Orsoni Venezia 1988 e con la Fondazione Cingoli, è suddiviso in tre sezioni. Le prime due sono dedicate rispettivamente ad opere realizzate con materiali e tecniche tradizionali e ad opere che mettono in campo materiali e tecniche non convenzionali. Dalla collaborazione con la Regione Emilia-Romagna e GA/ER Giovani Artisti Emilia-Romagna, entrambi partner e finanziatori del progetto “Costellazione – Giovani connessioni creative”, nasce la terza sezione del premio, novità di questa edizione. La sezione Residenze musive è dedicata a residenze artistiche in cui sviluppare progetti legati alla città di Ravenna e al suo rapporto con il mosaico, in collaborazione con laboratori e studi di produzione di mosaico della città, Gruppo Mosaicisti di Marco Santi e Koko Mosaico di Arianna Gallo.