Dall’11 novembre 2023 al 10 marzo 2024 negli spazi della Nuova Sant’Agnese a Padova, la Fondazione Alberto Peruzzo presenta Uno scenario mentale, mostra personale di Esther Stocker, a cura di Riccardo Caldura, le cui opere vengono messe in dialogo con una serie di lavori della Collezione della Fondazione non ancora esposti.

La mostra dedicata all’artista altoatesina, che vive e lavora in Austria, presenta una serie di tele e sculture, alcune concepite per questa occasione, allestite nella navata dell’ex chiesa, mentre nella sacrestia trovano posto quelle realizzate da artisti italiani e internazionali che fanno parte della sua formazione: da Joseph Albers ad Alberto Biasi, da Dadamaino a Fernand Léger e Paolo Scheggi.

Le sculture di Stocker, realizzate in volumi variabili e collocate a pavimento, a parete o sospese come installazioni ambientali, sono caratterizzate da superfici in bianco e nero coperte di pattern di griglie geometriche: ogni scultura sembra nascere da un processo di compressione, un accartocciamento delle superfici che deforma la regolarità della griglia evidenziandola come residuo, scarto: ciò che resta di un processo di parziale distruzione.

Nelle grandi tele a fondo nero dell’artista, la dinamicità dei frammenti geometrici che le abitano ricorda la vertigine della profondità cosmica, dove troviamo sia processi esplosivi che implosivi della materia. Nell’allestimento pensato per la navata della Nuova Sant’Agnese, le sculture e le tele compongono uno scenario non virtuale, in cui lo spettatore si aggira come in un sogno di paradossale precisione.

Nella poetica dell’artista è centrale il riferimento alla matematica che Stocker elabora fino a renderlo parte essenziale del suo metodo artistico: le sue strutture geometriche si basano infatti su moduli ripetitivi che creano un ritmo visivo apparentemente ordinato, a cui aggiunge deviazioni che stimolano nuovi ritmi. L’introduzione delle deviazioni nell’equilibrio ottico genera sorpresa ed emozione nello spettatore, interrompendo deliberatamente l’ordine e la bidimensionalità: la griglia ortogonale, dispositivo d’ordine e principio compositivo dell’artista, viene sottoposto a disarticolazioni, spostamenti di asse, scivolamenti di piani senza mai smentire del tutto la sua origine ordinativa.

I lavori di Esther Stocker sono spesso collegati al costruttivismo, all’Op Art, alla psicologia della percezione, riferimenti che trovano un ulteriore legame nelle ricerche svolte a livello internazionale negli anni Sessanta proprio a Padova, dove il gruppo N diventerà uno dei riferimenti imprescindibili di quelle ricerche, e di cui la mostra Uno scenario mentale rappresenta un approfondimento e sviluppo contemporaneo.

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