In occasione della III edizione del Premio Sparti, la città di Ascoli Piceno promuove un mese all’insegna dell’arte contemporanea. Dall’11 maggio all’11 giugno 2024, Palazzo dei Capitani, sede della mostra del Premio, il Museo Civico di Arte Moderna e Contemporanea “O. Licini”, gli spazi espositivi di Frida Art Academy e il Frida Museum ospiteranno 4 mostre legate al tema del corpo affrontato secondo diverse letture e declinazioni.

Il Premio Sparti, nato nel 2022 dalla volontà di Simone Sparti, dirigente dell’Impresa Sparti, e di Zeno Rossi, direttore di Frida Art Academy, è pensato come una piattaforma culturale per la diffusione e la valorizzazione dell’arte contemporanea. Patrocinato dal Comune di Ascoli Piceno, organizzato da Frida Art Academy in collaborazione con Musei Civici Ascoli Piceno e realizzato con il supporto di Impresa Sparti, ha cadenza annuale, e oltre a promuovere il lavoro delle nuove generazioni di artisti, coinvolgendo giovani curatori chiamati a selezionare i partecipanti, è anche attivatore di mostre e progetti espositivi in città.

Per l’edizione 2024, Zeno Rossi, direttore di Frida Art Academy e Giuliana Benassi, curatrice di Sillabazione hanno invitato due giovani curatori, Niccolò Giacomazzi e Martina Macchia, ad individuare 12 artisti emergenti, a cui è stato chiesto di realizzare un’opera inedita per la mostra Tra corpi animali e corpi celesti, contest del Premio, allestita presso le sale espositive di Palazzo dei Capitani. L’esposizione presenterà i lavori di Dario Capello, Guglielmo D’Ugo e Luca Falessi, Ilaria De Sanctis, Greta Di Poce, Ludovica Gugliotta, Ilare, Gea Iogan, Benjamin Kamps, Mirtillo, Mozzarella Light, Ucci Ucci (Salvatore Crucitti e Gloria Zeppilli), Vittorio Zeppillo.

Tra corpi animali e corpi celesti suggerisce visioni plurali in un continuo spostamento da un corpo all’altro: da ciò che è animale a ciò che diviene celeste, dando spazio a quel che accade nel mezzo. Corpo postumano, mortifero, istintivo, luminoso, organico, relazionale e assente. Un ecosistema cangiante all’interno del quale le opere vivono e si relazionano a un’idea di corporeità multiforme. Nella successione di attrazioni e dissonanze, i lavori si incontrano in un terreno fertile, dove viene lasciato respiro alla sperimentazione su temi e tecniche, spaziando dalla pittura alla performance, fino alle installazioni site-specific in dialogo con il territorio che ospita il progetto. La relazione con il territorio inteso come spazio aperto di riflessione è un punto di partenza comune, sia per coloro che hanno scelto di rapportarsi con la comunità ascolana sia per chi fa vivere all’interno della propria pratica i luoghi attraversati, in una visione olistica in cui il corpo è allo stesso tempo materiale intimo e collettivo.

Gli artisti sono stati selezionati in base al loro approccio multidisciplinare e alla loro capacità di utilizzare e lavorare con diversi materiali. In particolare, si sottolinea l’attitudine dei protagonisti di questo premio di analizzare e rappresentare i dualismi della nostra contemporaneità attraverso interventi che conducono lo spettatore verso un superamento della visione antropocentrica. Essi provengono da diversi ambienti del territorio nazionale e principalmente lavorano tra Roma, Milano e Torino.

Il vincitore sarà proclamato sabato 11 giugno in occasione del finissage delle mostre e della presentazione del catalogo edito da Lìbrati. Il premio consisterà nella produzione di una mostra personale in occasione della IV edizione del Premio che si terrà nel 2025.

Con questa III edizione, il Premio Sparti si connota non solo come identità attenta alla valorizzazione della scena artistica contemporanea emergente, ma anche come iniziativa culturale per la costruzione di un itinerario espositivo diffuso in città.

Presso il Museo Civico di Arte Moderna e Contemporanea “O. Licini” verrà inaugurata la mostra Sillabazione, a cura di Giuliana Benassi, progetto espositivo che coinvolge 7 artisti italiani e internazionali strutturato come un percorso che invita a una lettura del tema del corpo, inteso come massa materica e frammentata, luogo e istanza per una possibile partitura simbolica e drammaturgica. Attraverso vari linguaggi, il corpo viene indagato nelle sue possibilità gestuali e di scomposizione fisica, come nelle opere di Aneta Grzeszykowska e Calixto Ramírez, in cui l’autonomia delle singole parti trova una ricomposizione disorganica asservita a chiavi di lettura inaspettate. Il corpo come simbolo e strumento emerge invece dalle opere di Elena Bellantoni dove l’artista stessa si confronta e misura con il “corpo” delle armi; o nell’opera di Martin Creed dove l’atto-riflesso del vomito diventa gesto ideale per esprimere i sentimenti nel modo più diretto possibile. Nelle opere di Giuseppe Pietroniro, la scomposizione del corpo attraversa immagini trattate come collage per un “montaggio” inedito e stratificato. La “carnalità” emerge dai lavori di Gabriele Silli e Tatiana Brodatch in quanto scomposizione e deperimento della materia nelle opere del primo, e composizione tattile, nelle sculture della seconda. Nel complesso, come dichiara la curatrice Giuliana Benassi, la mostra “intende affrontare il corpo e la sua relativa sillabazione attraverso la metafora della partitura, cioè interpretando la fisicità materica come “impasto sinfonico” dove talvolta le componenti singole denotano una certa autonomia e la loro “vivisezione” consente una lettura più viscerale della sfera corporale; allo stesso tempo il corpo inteso come unico organismo viene trattato come parte di un tutto più ampio, partecipando infine ad una narrazione legata a contesti sociali o di riferimento antropologico ed etologico.”

Gli spazi espositivi di Frida Art Academy accoglieranno Il corpo e lo spazio, una mostra personale di Terenzio Eusebi, a cura di Zeno Rossi, composta da due installazioni che intendono la dimensione corporale come misura abitativa e ludica del rapporto con lo spazio. L’artista, legato alla città di Ascoli Piceno, compie nelle sue opere una riflessione innanzitutto di relazione con gli ambienti, dove il caso e la ciclicità quotidiana si incontrano e si scontrano lungo itinerari suggeriti dai materiali impiegati e dalle coordinate dello spazio preesistente. Il movimento meccanico, alternato alla stasi, conferisce alla mostra un ritmo visivo e gioca con la dimensione temporale.

Presso il Frida Museum, la mostra personale di Sabino de Nichilo – vincitore della precedente edizione del Premio – dal titolo Virus, presenterà un corpus di opere scultoree frutto della recente ricerca dell’artista. Scaturite da una riflessione sul mondo post-pandemico, le opere esplorano le ipotetiche linee evolutive di una biologia teriomorfa e post-organica attraverso l’assemblaggio e la combinazione di elementi diversi, sfidando le potenzialità espressive della ceramica: il medium privilegiato della ricerca dell’artista. Nelle opere di de Nichilo il tema del corpo è affrontato nella sua fragilità e scomposizione, nella sua possibilità di mutazione e ibridazione, fino a far emergere un superamento della centralità dell’umano. La mostra sarà accompagnata da un testo critico di Claudio Libero Pisano.

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