Gli autoritratti di Sofia Uslenghi, protagonisti della mostra personale dell’autrice, ospitata dal 9 maggio al 3 giugno alla Galleria Lampo di Milano, ci guidano in un universo fatto di suggestioni ipnotiche, suoni naturali e odori della memoria.
Un immaginario poetico dove le storie si mescolano a ricordi antichi e impressioni profonde. E la fotografia, tra tempi lunghi, esposizioni multiple e distorsioni ottiche, districa lentamente grovigli identitari.

Sofia Uslenghi nasce a Reggio Calabria, metà famiglia di Gerace e metà di Messina. Dopo aver trascorso l’infanzia sullo Stretto, da adolescente si trasferisce a Brescia, poi a Parma, dove frequenta l’università. E infine Milano. Ma è nella terra d’origine, nei suoi colori e profumi, tra l’erba secca e il finocchietto selvatico, che cerca e trova ancora le sue radici.

Dal primo progetto fino ai più recenti scatti, parte di un’opera ancora in fieri, CASA/TERRA/IO è un viaggio alla scoperta dell’autrice, del suo paesaggio interiore e dei suoi lavori.

L’allestimento evoca il nomadismo malinconico che ha finora caratterizzato la sua vita, ricostruendo alcuni interni domestici, dove mobili di recupero o disegni stilizzati a muro e sul pavimento vogliono riportare chi osserva in una sorta di intimità ricreata, in quella solitudine tanto necessaria all’artista per la creazione.
Sulle pareti, finti fondali identificano lo spazio dove nasce l’autoritratto e, da un ambiente all’altro, tappa dopo tappa, percepiamo l’evolversi della sua figura e della sua arte.
La vediamo tra le piccole cose che mancano, tra i vuoti d’aria del suo girovagare da una casa all’altra, nel suo cercarsi per trovare, infine, nella fotografia lo strumento che unisce i puntini sospesi, supera gli spazi fisici e va oltre il reale.
Ogni ambiente accoglie uno dei lavori della fotografa, a partire dal suo primo progetto, Flora, a My grandma and I, Maps, Earth-Diptychs fino ai più recenti autoritratti.

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