Confini: collettiva per la Biennale di Firenze
Nella cornice della Biennale di Firenze, si inserisce la collettiva CONFINI organizzata da FLAIR.
Dal 21 settembre al 21 ottobre, la galleria fiorentina esporrà le opere di quattro artisti internazionali emergenti già accreditati presso le più prestigiose gallerie di arte e design contemporaneo: Aude Herlédan, Cécile Geiger, Luc Peters e Matteo Giampaglia. Quattro artisti con percorsi eclettici e formazioni eterogenee che esplorano lo spostamento e la dissoluzione dei limiti tra linguaggi diversi e creano un dialogo fluido tra forme espressive apparentemente distanti, sfidando i confini fisici della materia.
“Abbiamo scelto il termine ‘Confini’ per riflettere l’essenza di questa collettiva. i quattro artisti sono tutti talenti visionari con una straordinaria capacità di trasformare la materia in narrazioni visive uniche, ridefinendo il concetto di spazialità per superare appunto i confini tradizionali dell’arte visiva”, commentano Alessandra Tabacchi e Franco Mariotti, che rappresentano la mente e il cuore di FLAIR, progetto che dal 1998 espone pezzi iconici del modernariato italo-europeo degli anni ’40-’70, cui si è aggiunta negli anni una piccola collezione di complementi disegnati e prodotti in numero limitato (FLAIR edition).
A ciascun artista sarà dedicato uno spazio dove esporre le proprie opere che si mescoleranno ai pezzi in mostra presso FLAIR, in Lungarno Corsini 24r a Firenze, all’interno di Palazzo Gianfigliazzi Bonaparte, che negli anni, con cadenza biennale, ha consentito di organizzare collettive degli artisti che si sono affidati alla galleria, spesso giovani ed emergenti, scoperti dai galleristi prima del riconoscimento da parte del grande pubblico.
Aude Herlédan 1966 | cresciuta tra l’africa e l’Europa, oggi vive e lavora tra Parigi e la Sologne. si diploma in arti grafiche nel 1989 all’École Estienne di Parigi e nello stesso anno vince la Parsons School Competition a New York. in Kenya ha fondato con David Blumenkrantz un laboratorio fotografico, ha diretto diversi progetti artistici per le nazioni unite, e collaborato con il ministero della cultura. nelle sue composizioni immaginarie c’è grazia classica, magnetismo tribale, rigore contemporaneo. ci sono tutti i luoghi che ha attraversato, un’ampiezza di orizzonti che pare ubiquità, a cui si aggiungono luminosità fotografica e una ricorrente ispirazione femminile. le sue opere sono ispirate da diversi linguaggi che hanno contribuito a costruire un’identità artistica complessa. è presentata a Parigi da 1831 Art Gallery e da altre 9 gallerie internazionali, tra cui la galleria Rosenberg&Co di New York. in Italia espone da FLAIR.
Cécile Geiger 1976 | dopo il diploma all’Ecole Supérieure Des Arts Décoratifs De Paris lavora come illustratrice per libri dell’infanzia. la sua attività artistica comincia con la pittura; studi sulla luce, sul movimento; i disegni mostrano un’evoluzione verso maggiore tridimensionalità che anticipa il passaggio dal 2d al 3d. non è soltanto bisogno di spazio. la scommessa della sua scultura è violare i confini delle leggi della fisica. ombre, luci, soprattutto leggerezza e movimento animano pietre metalli e vetri. in ogni oggetto, si genera una relazione spontanea tra forma e funzione. nel 2014 con gli allievi dell’ITEP realizza una scultura ambientale nel parco del castello di Aisy-Sur-Till e nel 2015 una seconda opera monumentale all’interno di un chiostro, a Semur-En-Auxois. espone in gallerie di Arte&Design: a Toronto da industrial Storm, a Marbella presso Metamorphose Gallery, ad Amsterdam grazie a Mia Karlova Galerie. in Italia, da FLAIR.
Luc Peters 1950 | nasce accanto all’abitazione-studio dell’architetto e designer Pierre Cuypers Jr. le incursioni in quell’atelier, durante l’infanzia, restano un riferimento del suo lavoro. lo influenza anche la passione del padre per l’archeologia. studia presso Tilburg Academy Of Art e Maastricht Academy Of Fine Arts & Design, in seguito lavora come pittore, designer e scultore fino a trovare una modalità propria, nell’assemblamento di reperti, frammenti e scarti in sculture totemiche. cavalli, dame e cavalieri. a un primo sguardo predomina un coté classico, celebrativo, ma qualcosa non torna. nei suoi collage di epoche e stili emergono forme che cambiano forma, indifferenti ai confini del tempo. frammenti di realtà scomparse, affiancamenti azzardati e un’increspatura pop. ha partecipato a diverse fiere internazionali e ha esposto sia presso gallerie antiquarie che gallerie di arte contemporanea in Olanda, Belgio, Germania. in Francia, a Tours e a Parigi. al Salon Des Beaux Arts Di Parigi 2024 ha ottenuto il bronzo per la scultura. torna a Firenze, da FLAIR, per Confini.
Matteo Giampaglia 1973 | sperimenta ambiti diversi prima di fondere pittura e scultura nella sua arte. tra il 1997 e il 1999 partecipa a diversi collettivi e durante il 2003 e 2004 è collaboratore di Francesco Ionda. con Francesca Cannoni, nel 2008, ha aperto un laboratorio artistico e di moda. in un quadro ecclettico di interessi, nel 2015 realizza la copertina della compilation internazionale di musica elettronica curata e promossa dalla Tiptop Audio Records Di Los Angeles. insofferente a identificarsi con un solo linguaggio espressivo utilizza materiali poveri che preferisce perché nel lavoro artistico tengono un vissuto… amalgamati in forme che vanificano i confini tra pittura e scultura, tra oggetto d’uso e oggetto d’arte. i suoi lavori si trovano in numerose collezioni private: Firenze, Roma, Milano, Perugia, San Francisco, New York, Chicago, Tel Aviv, Tokio, Londra. è rappresentato da FLAIR.