Mario Vespasiani dedica una mostra ai grandi personaggi della cultura recentemente scomparsi
L’Archivio di Stato di Pesaro ospita la mostra di Mario Vespasiani “Ritratti: sguardi e anime” un progetto dedicato ai grandi personaggi del mondo della cultura scomparsi in questi mesi, tredici acquerelli su carta dal grande valore simbolico e umano, che confermano la sua abilità di ritrattista e un’enfasi coloristica che sottolinea un’evidente profondità di pensiero.
Ritratti inediti che sembrano sdoppiarsi, apparendo prima frontalmente con gli sguardi rivolti allo spettatore e poi rovesciati, senza gli occhi a significare la nostra incapacità di percezione delle anime, di scorgere un mondo parallelo. Le stesse cornici non solo racchiudono i lavori, ma esaltano l’effetto speculare e fluttuante di ciascuna opera, avendo al loro interno un rivestimento di specchi.
All’arte il compito di tenere viva la memoria di chi ha lasciato tracce nobili nel territorio della cultura, di non dimenticare il bene e gli insegnamenti ricevuti in dono che persistono oltre la vita. L’arte colta Vespasiani che negli anni si è distinta per la varietà dei temi e per l’alto livello di ricerca trova nell’Archivio di Stato di Pesaro la sede ideale dove essere ammirata. Una pittura preziosa e ricca di riferimenti per un luogo di studio e conoscenza.
Nell’installazione si nota il dialogo dei ritratti con i documenti presenti in archivio e il continuo rimando di riflessi, di significati tende a mettere in risalto il valore della memoria e della visione che non si ferma, ma che invita ad essere rielaborata e proiettata in avanti.
Scrive Cecilia Casadei curatrice della mostra: Afferma l’artista “Vivo dove voglio vivere, dove il cielo gioca a fare l’arcobaleno e la luna sembra gocciolare nell’Adriatico, laddove riesco ad essere in sintonia con il cuore del mondo”. Mario Vespasiani da Ripatransone, provincia di Ascoli Piceno, un artista a tutto tondo: pittura, fotografia, scultura, scrittura. Tecniche diverse, con ognuna si muove agilmente, per diversi linguaggi e una sola dimensione: quella dell’Arte. Una vocazione, una missione, come sarà lui stesso a dire, per dare un volto alle emozioni, per raccontare il mondo. Per indagare il tempo presente, per accogliere la spiritualità in quello che ci sta intorno, per raccontare se stesso.
Per riflettere sul senso e il compito dell’arte. Per rendere partecipi gli altri del suo sentire. “Il ritratto, la natura morta, il sacro, il paesaggio, gli animali, tematiche diverse riconducibili ad un solo grande cosmo. Volti, fiori, animali fanno parte di un unico spettacolo animato da una tensione verso il sublime, il meraviglioso, l’infinito”, il suo pensiero. Vespasiani acuto osservatore della natura, dell’agire scellerato degli uomini irrispettosi della terra che abitiamo, sente forte l’appartenenza all’Anima del mondo, attento alle grandi lezioni della storia dell’arte, all’influenza che il passato ha sul presente, alle rivoluzioni culturali, a quelle della tecnica, ai cambiamenti sociali.
Sempre con l’intento di scoprire l’universo sconosciuto che ci appartiene. Non poteva non farsi interprete del contingente, in un tempo in cui un virus ha cambiato la storia di tutti noi e del mondo, in un tempo in cui l’arte è, troppo spesso, solo provocazione, frutto del sistema di un mercato. Eccolo dipingere con la tecnica dell’acquerello tredici ritratti di personaggi dell’arte, della cultura, del teatro, della letteratura scomparsi nel 2020, quando il Covid 19 ha falciato vita su vita.
A rimanere sono le cose, le opere che ci parlano del passaggio degli uomini sulla terra. Ci sono le testimonianze dell’arte, della creatività. Una celebre poesia di Evgenij Evtusenko recita: quando un uomo muore …non sono uomini che muoiono ma mondi …rimangono certo i libri, i ponti, le macchine, le tele dei pittori….molto è destinato a restare. I ritratti sono di Philippe Daverio, Ezio Bosso, Ennio Morricone, Franco Maria Ricci, Germano Celant, Christo, Luis Sepulveda, Roberto Gervaso, Valeriano Trubbiani, Franca Valeri, Alberto Arbasino, Emanuele Severino, Sergio Zavoli.
Tredici acquerelli che confermano l’enfasi coloristica e l’abilità ritrattista di un autore che sposa l’arte come una religione attraverso una forte spiritualità e profondità di pensiero. Sono ritratti che Vespasiani ha dipinto prima realisticamente con occhi che ci guardano, e poi, specularmente, eliminando gli occhi: noi non possiamo più vedere i volti dei personaggi per la nostra incapacità di vedere le anime, mentre loro continuano a guardarci. Arte per il desiderio di gettare un ponte fra il cielo e la terra, testimoniare il visibile e l’invisibile, tenere viva la memoria di chi ha vissuto d’arte e di cultura nelle sue più alte espressioni, ha lasciato sulla terra tracce nobili della sua esistenza. Arte alla ricerca di una Bellezza durevole, ritratti per raggiungere la dimensione dell’eternità.
Sguardi profondi, occhi che restituiscono l’energia dei protagonisti, sfumature di calde cromie che di energia si nutrono e che energia riflettono, volti che si illuminano per squarciare l’ombra del trapasso. Inno alla vita, omaggio a chi abiterà in un’altra dimensione. “Amo l’albero che svetta sulla roccia incurante delle intemperie, la cultura dell’impegno, il pioniere che cerca nuovi territori, il fuoriclasse che trova il capolavoro nel fallimento, il gatto che vede nel buio, la cura con cui una madre prepara i pasti, il ritorno delle rondini, il cuore di Mara”. Mario Vespasiani è con noi.
Mario Vespasiani nasce nel 1978. Inaugura la prima mostra non ancora ventenne e ad oggi ha esposto su tutto il territorio nazionale, in gallerie, musei, luoghi di culto e in contesti inusuali. Nel corso del tempo la sua ricerca ha interessato anche studiosi di discipline che vanno dalla teologia all’astrofisica, dall’antropologia alla filosofia. Si esprime attraverso un alfabeto simbolico che si fonda sulle rivelazioni della mistica cristiana e sulla pratica alchemica della pittura. Attento osservatore delle leggi naturali e degli insegnamenti della sapienza orientale, il suo lavoro va inteso come continuazione dell’opera creativa universale, da cui cogliere il sentimento spirituale. Espone giovanissimo ai Musei Capitolini di Roma con la mostra Gemine Muse, a 27 anni vince il primo Premio Pagine Bianche d’Autore, figura nel libro Fragili eroi di Roberto Gramiccia, sugli artisti italiani del futurismo ad oggi e sul Dizionario dell’Arte Italiana edito da Giancarlo Politi. Per essere stato tra i primissimi artisti ad aver impiegato la sua impronta pittorica ai nuovi materiali e alle recenti tecnologie, viene inviato nel 2012 dall’Accademia di Belle Belle Arti di Macerata a tenere una conferenza dal titolo: L’essenza e il dono. Arte, relazione e condivisione, dalla tela all’iPad. Nello stesso anno con le opere realizzate mediante l’iPad ed applicate su alluminio partecipa al Premio Termoli e di seguito alle storiche rassegne d’arte nazionali: nel 2014 al Premio Sulmona, nel 2015 al Premio Vasto, nel 2018 al Premio Marche. Durante la sua carriera le sue opere sono state poste in dialogo diretto con alcuni maestri dall’arte italiana, quali Mario Schifano, Osvaldo Licini, Lorenzo Lotto e Mario Giacomelli, in mostre intitolate La quarta dimensione. Ha esposto nel 2011 al Padiglione Italia della Biennale di Venezia curato da Vittorio Sgarbi nella sede di Torino e qui con Imago Mundi alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Dal 2013 lavora a Mara as Muse, un progetto composto da dipinti, disegni, fotografie, libri e oggetti d’arte, che tratta del rapporto della presenza femminile nell’ispirazione artistica, la cui trilogia è stata presentata a fine 2017 alla Galleria d’Arte Moderna di Roma. Nel 2015 realizza delle opere in pura seta intitolate Storie di viaggiatori, territori e bandiere che espone come fossero vessilli, la cui performance si tiene nella Pinacoteca civica di Ascoli Piceno e in un happening sulla cima di un’antica torre. Nel mese di maggio esce Planet Aurum il suo primo libro interamente dedicato agli scritti e nello stesso anno la città di Fermo lo invita a dipingere il Palio dell’Assunta collegato alla personale Empireo. Nel 2016 è l’ideatore del festival sul pensiero contemporaneo La Sibilla e i Nuovi Visionari. Nel 2017 è stato in mostra a Venezia e Monaco di Baviera nella collettiva Our place in space promossa da NASA ed Esa che prosegue nel 2018 in un tour mondiale. Nello stesso anno organizza Indipendenti, Ribelli e Mistici, una rassegna di incontri interculturali che ha coinvolto numerosi studiosi provenienti da vari ambiti. Sempre nel 2017 il Museo Storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle ha celebrato il quarantennale con la sua mostra personale dal titolo Fly Sky and Air. Nel 2018 inaugura la mostra Lepanto dedicata alla famosa battaglia, nel Museo Diocesano di Gaeta dove è conservato lo stendardo della flotta. Nel maggio 2019 è stata presentata al Museo d’Arte Contemporanea di Roma (MACRO) la quarantesima pubblicazione dedicata al suo lavoro. Nello stesso anno si tiene la mostra Underworld dedicata al tema dell’inconscio visto attraverso la metafora delle creature marine, successivamente si sono svolte le personali dal titolo Il tempo dei trentasei giusti a Villa Caldogno nel vicentino e al Museo Michetti in Abruzzo, la mostra Eschatology, opere monumentali sul mistero ultimo. Nel 2020 durante l’emergenza sanitaria globale, si è dedicato al progetto artistico-sociale Per aspera ad Astra, attraverso il quale è riuscito a coinvolgere un pubblico internazionale mediante l’uso dei social network, invitando chiunque a descrivere il periodo del lockdown con fotografie di dettagli astratti del contesto quotidiano. Nel mese di luglio ha tenuto dei laboratori dal titolo: Cavalcare la tigre, incontri sull’arte e sul coraggio, diretti a stimolare il pensiero creativo ed etico degli adolescenti, i soggetti più colpiti a livello psicologico dalla pandemia. Nel mese di settembre è stato invitato al XXV Premio Cimitile di Napoli con un dipinto lungo quasi 10 metri per oltre 2 metri di altezza.
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