Sergio Lombardo presenta presso Le Nuove Stanze, in collaborazione con Magonza editore e 1/9unosunove arte contemporanea, una selezione di opere pittoriche inedite, derivanti dalle sue recenti ricerche sulle cosiddette “facce stocastiche”.

Queste opere su tela di grandi dimensioni rappresentano l’ultimo frutto dell’approfondito studio che Lombardo porta avanti fin dai primi anni Ottanta sulla cosiddetta “pittura stocastica”. In questi quattro decenni l’artista ha inventato numerosi algoritmi per la creazione di forme stocastiche, e proprio attraverso l’applicazione di uno di questi vengono realizzate quelle che egli stesso definisce facce stocastiche imprevedibili.

Lombardo parte da tre prototipi minimali di facce geometrizzate che, di generazione in generazione, subiscono sempre nuove deformazioni casuali, fino a trasformare i volti in qualcosa di mostruoso e perturbante. Ogni deformazione nasce però dal caso: tenendo fede al principio dell’astinenza espressiva Lombardo non interviene con scelte arbitrarie per cercare forme più o meno “belle” o “brutte”, ma si affida a numeri sorteggiati in maniera casuale.

Il suo scopo non è imitare volti reali, ma creare facce non prevedibili, senza senso, inesistenti in natura e fuori scala. Il risultato punta ad essere estraneo all’immaginazione umana e alla realtà, per stimolare nell’osservatore un processo di percezione proiettiva basato sull’elaborazione di interpretazioni che dipendono dalla sua personale esperienza individuale.

Come tutte le precedenti opere di Lombardo anche queste facce dipinte risultano efficaci proprio perché sono in grado di evocare il maggior numero di diverse interpretazioni inconsce. Infatti, se i volti finissero per imitare espressioni realistiche, inibirebbero le proiezioni arbitrarie dell’osservatore e lo obbligherebbero a rifugiarsi sempre in interpretazioni molto simili tra loro, contravvenendo a uno dei principi cardine dell’eventualismo, teoria estetica di cui Lombardo è stato fondatore e continua ad essere il principale esponente. In mostra anche la cartella Quilting, con tre serigrafie di Lombardo.

La mostra sarà accompagnata da un prezioso volume edito da Magonza con un testo inedito di Sergio Lombardo e un saggio di Simone Zacchini.

Sergio Lombardo è fondatore della teoria eventualista, da cui è nato un movimento artistico e teorico basato su metodi sperimentali. Il suo lavoro è caratterizzato da programmatica discontinuità e può essere raggruppato in periodi o cicli ben distinti. Esordisce come artista nei primi anni Sessanta insieme ai protagonisti della Scuola di Piazza del Popolo, esponendo presso la Galleria La Tartaruga di Roma con Kounellis, Schifano, Festa, Angeli, Mambor, Tacchi, Ceroli e Pascali. A questi anni risalgono le serie pittoriche: Monocromi, Gesti Tipici, Uomini Politici Colorati. Allontanatosi dalla pittura, inizia a collaborare con la Galleria La Salita di Roma, dove espone Supercomponibili, Sfera con Sirena e Progetti di Morte per Avvelenamento.

La sua ricerca negli anni Settanta si indirizza prima verso la performance e poi verso l’analisi scientifica del fenomeno artistico. Trasformando il proprio studio in un laboratorio di psicologia sperimentale, nel 1977 fonda a Roma il Centro Studi Jartakor, il cui organo di divulgazione scientifica è la Rivista di Psicologia dell’Arte. Nel 1979 inventa lo Specchio Tachistoscopico con stimolazione a sognare, dai cui risultati sperimentali nasce l’idea di un ritorno alla pittura su basi scientifico-matematiche. Dal 1980 Lombardo inizia, infatti, una complessa ricerca sulla Pittura Stocastica basata sulla definizione di algoritmi matematici e programmi di randomizzazione capaci di creare forme senza senso dall’alto potere evocativo: Metodi TAN, SAT e V-RAN, e Tiling, Quilting e Hazard. Le “facce stocastiche imprevedibili” sono l’ultimo risultato di questa lunga ricerca.

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