Ha inaugurato sul Lungomare di Torregrande a Oristano in Sardegna il MACCAB  – Museo d’Arte Contemporanea a Cielo Aperto dedicato ai Bambini. La nascita del nuovo museo non è stata voluta da un’istituzione ma da un artista, Salvatore Garau, che per salvare l’abbattimento ingiustificato di 50 enormi pini di appena sessant’anni da parte dell’amministrazione comunale ha dato agli alberi un titolo certificandoli come SCULTURE VIVENTI di Arte Contemporanea. L’inaugurazione del MACCAB ha visto l’artista firmare e certificare come “Opere d’Arte” un primo gruppo di 37 alberi ai quali seguiranno gli altri 13, mentre nei prossimi mesi tra un albero e un altro verranno installate 40 opere di artisti di tutto il mondo dedicate alla Natura e ai bambini. Salvatore Garau, che negli ultimi due anni ha fatto parlare di sé in tutto il mondo per aver venduto all’asta a diverse migliaia di euro due sculture invisibili e aver installato in Piazza Scala a Milano e a Wall Street, di fronte alla Federal Hall di New York, due sculture immateriali pubbliche, tra i primi 37 Alberi Scultura certificati sul Lungomare di Torregrande ha voluto inserire anche una nuova opera invisibile dal titolo “Sono immenso, eppure non mi vedete”.

“Può un albero diventare un’opera d’Arte Contemporanea? Si, se a deciderlo è un artista” – sottolinea Salvatore Garau – “L’artista deve ‘fare’, perché solo così può aiutare l’uomo a capire l’inscindibile legame fra arte e vita in ogni sua forma; deve aiutare a pensare e a far ‘sentire’ l’insolito, a riflettere su ciò che fino a quel momento sarebbe stato inconcepibile. Ciò che vediamo senza riflettere è uno sguardo perduto”. Fino ad oggi non esiste da parte del Comune di Oristano nessuna relazione che certifichi il reale stato di salute dei cinquanta pini destinati ad essere abbattuti: alberi che sono sul Lungomare di Torregrande da oltre sessant’anni e che possono vivere anche sino a 250 anni. 

Il valore aggiunto di “Opere d’Arte” attribuito agli alberi da parte di Salvatore Garau è dunque un incentivo a riflettere e comprendere il valore immenso che ogni singolo albero rappresenta nel delicato equilibrio tra uomo e natura.  L’iniziativa di Salvatore Garau si ricollega a una delle opere più iconiche dell’artista tedesco Joseph Beuys, che nel giugno del 1982, in occasione dei Documenta 7 a Kassel, dava vita alla prima di 7.000 querce. Due iniziative distanti nel tempo ma dalla identica connotazione ambientalista, sottolineando il ruolo sociale dell’arte nella tutela dell’ambiente e dell’umanità.  

SALVATORE GARAU Nato a Santa Giusta, (Oristano), diplomato all’Accademia di Belle arti di Firenze, Salvatore Garau ha iniziato la sua carriera non nell’arte visiva, ma in quella musicale, entrando nel 1977 come batterista negli Stormy Six, fra i più noti gruppi europei di rock-progressive. Nel 1984 torna al primo amore, la pittura, esordendo presso lo studio Cannaviello di Milano. Ha esposto in prestigiosi spazi espositivi in Italia e nel mondo tra cui San Francisco, Washington, Cordoba, Londra, San Paolo, Saint-Etienne, Brasilia, Saint Etienne, Milano, Nuoro, oltre che al Parlamento europeo di Strasburgo. Le sue opere sono presenti in forma permanente in diverse collezioni italiane e straniere, pubbliche e private, in Italia e all’estero, come ad esempio la Collezione delle Gallerie d’Italia di Piazza Scala a Milano, la Galleria Civica di Modena e il Museo d’Arte Moderna di Saint-Étienne, la Collezione della Farnesina a Roma e l’Ambasciata d’Italia a Brasilia, Seoul e Lima. Ha partecipato due volte alla Biennale di Venezia.Nel 2017 ha realizzato “La Tela”, un docu-film con la fotografia di Fabio Olmi, girato all’interno di un carcere di massima sicurezza italiano. Recentemente ha realizzato il corto di 25′ “Futuri Affreschi Italiani”, invitato a gennaio al Film Festival della Psichedelia a New York.

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