Due sculture di Margherita Grasselli nell’atrio dell’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino
Mercoledì 28 settembre 2022, la scultrice Margherita Graselli ha donato a Fondazione Forma per l’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino due sue creature, due delicatissime bimbe in terracotta: Anita e Maria.
Anita ha la pelle scura e sta leggendo un libro, Maria ha la pelle chiara e tiene nella sua manina un fiore rosa, una margherita: sono grandi amiche e tra loro c’è una sottile e silenziosa intesa. Apparentemente rigide, le sculture di Margherita Grasselli sono morbide bambine, che hanno tutte un nome, mai dato a caso ma sempre legato a qualche ispirazione reale; non hanno un volto identificato e ciò le rende ancora più misteriose e mistiche. Le ultime opere riflettono l’esperienza unica che per alcuni mesi l’artista ha avuto la possibilità di fare nella fabbrica di ceramiche di Franco Fasano a Grottaglie, dove la vicinanza di grandi maestri l’ha aiutata a perfezionarsi sempre di più. In questo contesto unico la sua fantasia è andata oltre l’immaginabile. Così le bambine hanno iniziato a dondolare sull’altalena, a leggere o tenere in mano fiori, oppure a chiacchierare e scambiarsi pettegolezzi sdraiate su un prato. I colori tenui dell’argilla dei corpi sono valorizzati dalle tinte vivaci dei lucidi vestiti smaltati.
La collaborazione tra artista e Fondazione Forma è nata da un incontro fortunato del professor Piero Abruzzese con il curatore Ermanno Tedeschi e Margherita Grasselli, in un pomeriggio di giugno a Casa Lajolo a Piossasco (TO), dove l’Associazione Web Garden presentava la mostra Sculture Segrete.
Forma, che da sempre si pone l’obiettivo, tra gli altri, di rendere migliore anche dal punto di vista estetico l’ospedale, ha naturalmente accolto con entusiasmo l’interesse della scultrice perugina per l’Infantile, e si è adoperata per collocare le opere nella postazione migliore e fruibile da chiunque entri in ospedale – paziente, genitore o operatore sanitario – vale a dire l’atrio di piazza Polonia.
“Le bimbe di Margherita – racconta il curatore Ermanno Tedeschi – parlano direttamente all’anima, in una moltitudine di forme e simboli capaci di rievocare ricordi e storia, di far sorridere e di volare con la fantasia in un mondo sereno e multietnico”.