ALDO ROSSI. Cabina dell’Elba| Antonia Jannone Disegni di Architettura
A pochi giorni dalla chiusura della mostra Aldo Rossi. Design 1960-1997 al Museo del Novecento di Milano, la galleria Antonia Jannone Disegni di Architettura presenta dall’8 novembre al 29 dicembre 2022 il progetto Aldo Rossi. Cabina dell’Elba interamente dedicato alla celebre cabina-armadio disegnata dall’architetto negli anni Settanta durante un soggiorno all’Isola d’Elba.
Dopo il primo progetto per Molteni&C. in soli quattro esemplari e la presentazione al “Salone del Mobile” del 1980, nel 1982 Aldo Rossi inizia la produzione della seconda e definitiva versione della Cabina dell’Elba in collaborazione con l’atelier di produzione artigianale di Bruno Longoni.
«La cabina è una piccola cosa, è la riduzione della casa, è l’idea della casa», ha scritto l’architetto raccontando il suo interesse per il «carattere particolare e universale delle cabine poste sulle spiagge», motivo ricorrente in molti dei suoi progetti. La cabina, infatti, resta un modello esemplare del metodo progettuale di Rossi, della sua ricerca sulla scala e della sua volontà di trasferire motivi architettonici nello spazio domestico.
In occasione della mostra, a 40 anni dalla prima messa in produzione, la galleria ha realizzato, in collaborazione con gli Eredi Aldo Rossi e il supporto scientifico della Fondazione Aldo Rossi, un’edizione di nove miniature della Cabina dell’Elba partendo dal modello di studio realizzato da Bruno Longoni Atelier d’arredamento con Rossi nei primi anni ottanta. Oltre alle nove riproduzioni in legno dipinto conrifiniture di metallo saranno esposte anche quattro prove d’artista e alcuni disegni originali dell’architetto.
«Le cabine erano un’architettura perfetta, ma anche si allineavano lungo la sabbia e strade bianche in mattine senza tempo e sempre eguali. Posso ammettere che esse rappresentano qui un aspetto particolare della forma e della felicità: la giovinezza. Ma questa questione non è essenziale anche se è legata agli amori delle stagioni marine».
Aldo Rossi compie la sua prima formazione negli anni Cinquanta presso il Politecnico di Milano. Assistente negli studi di Ignazio Gardella e Marco Zanuso, insegna con Ludovico Quaroni presso la Scuola urbanistica di Arezzo e con Carlo Aymonino allo IUAV di Venezia; professore incaricato al Politecnico di Milano nel 1959, vince la cattedra di caratteri degli edifici nel 1970, quando comincia a collaborare anche con diverse università americane tra cui la Cooper Union University, l’Institute for Architecture and Urban Studies, Harvard e Yale University.v
L’attività progettuale si divide tra edilizia privata e pubblica. Si ricordano tra i primi progetti realizzati: l’ampliamento della scuola De Amicis di Broni, un’unità residenziale al quartiere Gallaratese di Milano, il Cimitero di San Cataldo di Modena e la scuola elementare di Fagnano Olona. Successivamente: gli edifici pubblici di Fontivegge-Perugia e Borgoricco, la ristrutturazione del Teatro Carlo Felice di Genova, l’ampliamento dell’aeroporto di Milano-Linate, fino al progetto per la ricostruzione del Teatro “La Fenice” di Venezia. Contemporaneamente la sua notorietà si afferma oltre i confini nazionali con realizzazioni quali l’isolato tra Kochstrasse e Friedrichstrasse a Berlino, l’Hotel “Il Palazzo” di Fukuoka e a Maastricht il Bonnefantenmuseum. L’attività di storico e teorico dell’architettura comprende, oltre alle collaborazioni con riviste quali “Casabella Continuità”, “Società” e “Il Contemporaneo”, la pubblicazione di Architettura della città e diA Scientific Autobiography, oltre al film Ornamento e delitto e alla direzione della sezione internazionale di architettura alla Triennale di Milano e della sezione architettura della Biennale di Venezia del 1983. Architetto e studioso, nominato Accademico di San Luca nel 1979, insignito del Pritzker Prize 1990 e della 1991 Thomas Jefferson Medal in Architecture, Aldo Rossi è noto anche per la sua attività di designer – Alessi, Artemide, Longoni, Molteni, Unifor – e artista, dal Teatro del Mondo presentato alla Biennale di Venezia del 1979, al Monumento a Sandro Pertini, passando per l’opera pittorica e grafica, da sempre legata alla sua attività progettuale.