La nuova mostra “Steve McCurry Children” del celebre fotografo americano apre il 19 maggio
al pubblico al Museo degli Innocenti di Firenze. 100 fotografie saranno esposte fino all’8 ottobre per ammirare la prima mostra tematica in Italia dedicata all’infanzia del fotografo più amato di sempre e con alcune immagini mai esposte prima in Europa, realizzate in quasi cinquant’anni di attività e che ritraggono bambini da ogni angolo del mondo in scene di vita quotidiana.
“Steve McCurry è una delle figure più importanti della fotografia contemporanea, autore di opere iconiche. – sottolinea la vicesindaca e assessora alla Cultura Alessia Bettini – Nei suoi scatti, nei volti che ritrae, così vividi e intensi, si può intuire il suo modo di guardare il mondo, la sua capacità di catturare con la sua macchina le tante e complesse sfaccettature dell’umanità. Questa mostra è dedicata all’infanzia e non poteva che prendere forma qui all’Istituto degli Innocenti, luogo che da secoli mette al centro i bambini e opera per tutelarne i diritti e offrire accoglienza, servizi, nonché momenti di studio e ricerca. Gli sguardi di questi bambini sono storie, mondi da scoprire. La mostra non rappresenterà solo l’occasione di ammirare fotografie straordinarie ma anche di tenere accesi i riflettori sui diritti dei bambini in ogni parte del mondo”.
“Per l’Istituto degli Innocenti – commenta la presidente dell’Istituto degli Innocenti Maria Grazia Giuffrida – è un onore ospitare la prima mostra tematica dedicata all’infanzia di uno dei fotografi più conosciuti e amati di sempre. Da tempo il Museo degli Innocenti propone mostre e attività culturali, ma la mostra Children di Steve McCurry è particolarmente pregnante per il soggetto scelto che coincide perfettamente con la ragione d’essere dell’Istituto degli Innocenti, nato nel 1419 per accogliere, accudire e tutelare i bambini meno fortunati. La rassegna ha la particolarità di offrire non soltanto una splendida galleria di immagini, ma anche uno spunto di riflessione circa la responsabilità che abbiamo tutti noi verso le nuove generazioni”.
Un omaggio ad un periodo straordinario della vita, una galleria di ritratti sorprendenti che racconta l’infanzia in tutte le sue sfaccettature con una caratteristica comune a tutti, lo sguardo dell’innocenza, e che si concretizza proprio nel luogo simbolo dell’infanzia, l’Istituto degli Innocenti di Firenze che da oltre 600 anni si occupa ininterrottamente di promuovere e tutelare i diritti dei bambini. Un luogo progettato da Filippo Brunelleschi, bello, pensato per dare l’opportunità di un futuro ai piccoli affidati alle cure della comunità e la cui storia è rappresentata nel Museo degli Innocenti. Un compito che l’Istituto degli Innocenti interpreta, in chiave moderna, ancora oggi facendosi luogo non solo di accoglienza ed educazione, ma anche di studio, ricerca e promozione culturale per il benessere delle nuove generazioni e per l’affermazione concreta dei loro diritti.
I bambini immortalati dall’obiettivo di McCurry sono diversi per etnia, abiti e tradizioni ma esprimono lo stesso sentire con la loro inesauribile energia, gioia e capacità di giocare persino nei contesti più anomali e difficili, spesso determinati da condizioni sociali, ambientali o di conflitto.
Basti pensare alla celebre piccola afghana ritratta in un campo di rifugiati nel 1984, divenuta emblema delle condizioni patite nei territori di guerra prima ancora che le Nazioni Unite stilassero la Convenzione sui Diritti dei Bambini, entrata in vigore nel 1989.
In questo scenario di rilevanza globale, l’intento di McCurry è anche quello di sensibilizzare sul tema dello sfruttamento giovanile. Nei paesi in cui il fotografo ha viaggiato, soprattutto in Asia, troppo elevato è il numero di bambini costretti a lavorare quando dovrebbero giocare e andare a scuola.
“La visione dell’infanzia di McCurry è variegata e diversificata, come i bambini di tutto il mondo. Ma, a prescindere da dove punta il suo obiettivo, il filo conduttore è questo: finché ci sono bambini c’è speranza”. E dalle foto emerge potente “L’eterna resilienza dei bambini…presenza vivida negli scatti di Steve McCurry, che ha catturato il desiderio e la capacità di trovare gioia anche nelle condizioni più difficili. Il gioco come necessità si manifesta in innumerevoli modi, come nella foto dei bambini che si arrampicano sul carro armato arrugginito, trasformando uno strumento di morte in una fonte di divertimento. Questi bimbi non sono mossi né da un’ideologia né da una filosofia: stanno semplicemente
convertendo una terribile arma in un giocattolo…”, afferma Owen Edwards, critico fotografico.
Grazie alla sua straordinaria capacità narrativa, ogni immagine è un vero e proprio capitolo di storia che diventa una finestra sulla vita dei soggetti catturati dall’obbiettivo, capace di esprimere l’essenza e la passione, in questo caso, per i bambini, di cui riesce a trasmettere la genuinità e la spensieratezza di esseri puri.
“Gli scatti memorabili di Steve McCurry catturano magistralmente il cuore, l’anima e l’umanità dei bambini, fino agli angoli più remoti del nostro pianeta. La sua arte diventa una sorta di meditazione, intensa e indimenticabile. Una fotografia che mi tocca profondamente è quella in cui McCurry immortala un’insegnante e un gruppo di bambine in una baracca di fango in Pakistan, il mio Paese d’origine. La lavagna è appoggiata contro un palo di legno e non c’è elettricità, a parte la passione elettrizzante della maestra e gli occhi accesi delle allieve, ansiose di assorbire i suoi insegnamenti. Stanno imparando a volare….C’è della bellezza nel modo in cui i bambini giocano, e nel modo in cui imparano.
Nonostante le scarse risorse a loro disposizione, si divertono saltando, correndo, nuotando, mostrando sempre curiosità, felicità, adattabilità, resilienza. La loro capacità di trovare gioia nelle circostanze più difficili he del miracoloso e si rivela perfino in situazioni di conflitto e povertà.” Ziauddin Yousafzai, padre di Malala, attivista pakistano.
La mostra di Firenze inizia con una straordinaria serie di ritratti e si sviluppa tra immagini di guerra e di poesia, di sofferenza e di gioia, di stupore e di ironia. Il visitatore seguirà idealmente McCurry nei suoi viaggi attraversando India, Birmania, Giappone, Africa fino al Brasile, entrando in contatto con le etnie più lontane attraverso le condizioni sociali più disparate, mettendo in evidenza una condizione umana fatta di sentimenti universali e di sguardi la cui fierezza afferma la medesima dignità. Un viaggio ideale che consente di attraversare le frontiere e di conoscere da vicino un mondo destinato a grandi cambiamenti, e che sarà accompagnato da approfondimenti di attualità curati dall’Istituto degli Innocenti che studia la condizione dei bambini e dei ragazzi, che accompagneranno le sezioni tematiche in cui si articola la mostra, illustrando i contesti e gli ambiti di esperienza che ne emergono in relazione ai diritti che devono
essere loro garantiti.
Dall’Afghanistan all’India, dal Messico al Libano fino in Italia, la mostra descrive la condizione dell’infanzia, fatta di espressività e stili di vita diversi, ma anche di situazioni universali.
Incontriamo bambini profughi o lavoratori, bambini immemori del pericolo che giocano ad arrampicarsi su un cannone o si divertono nel fango, che rincorrono un pallone durante un acquazzone monsonico, o suonano una chitarra realizzata con materiali di scarto. Bambini che crescono nelle grandi città come nei villaggi rurali. Storie di gioia e aggregazione, di solitudine, di resilienza e solidarietà, di famiglia e amicizia, raccontate con rispetto ed empatia.
McCurry Children è un viaggio nell’infanzia per incontrare piccoli esseri umani che affrontano condizioni tanto diverse, ma che parlano un linguaggio in cui ciascuno può riconoscersi. Un viaggio anche nel ricordo della propria infanzia, e uno spunto di riflessione circa la responsabilità che abbiamo verso le nuove generazioni, nella consapevolezza che il sogno di un futuro più giusto dipenda dalle azioni del nostro presente.
Steve McCurry è una delle figure più iconiche e uno dei più grandi maestri della fotografia contemporanea. Punto di riferimento per un larghissimo pubblico che nelle sue fotografie riconosce un modo di guardare il nostro tempo, all’Istituto degli Innocenti il visitatore potrà ripercorrere un viaggio simbolico nel complesso universo di esperienze e di emozioni che caratterizza le sue celebri immagini, grazie anche al supporto di un’audioguida e di un video esplicativo.
La mostra curata da Biba Giacchetti con Melissa Camilli del team di SudEst57, con il patrocino del Comune di Firenze , in collaborazione con l’Istituto dell’Istituto degli Innocenti, prodotta e organizzata da Civita Mostre e Musei con In Your Event by Cristoforo SCS, e realizzata con il supporto di Unicoop Firenze, I Gigli e Mercato Centrale, sarà aperta dal 19 maggio sino all’ 8 ottobre negli spazi del Museo degli Innocenti.

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