La reporter e scrittrice Annalisa Vandelli espone per la prima volta a Sassuolo, sua città natale. Nell’ambito del Festival Filosofia ha inaugurato la mostra fotografia ‘In un vortice di polvere’ al Crogiolo Marazzi che resterà aperta fino al 24 ottobre.

Settanta fotografie che rappresentano il distillato di 10 anni di racconti di Annalisa Vandelli in giro per il mondo, curata da Uliano Lucas e Tatiana Agliani, promossa dal Lions Club Sassuolo con il patrocinio del Comune.

Dieci anni da viandante attraversando il sud del mondo sintetizzati in 70 scatti: Medio Oriente, Africa e America Centrale, tra quotidiane abitudini di povertà, speranze dietro la guerra e volti che ne tracciano il dramma tra le rughe. Mondi raccontati a colori o in bianco e nero. Visitando posti tanto diversi tra loro, parlando con la gente e ascoltando storie.

La mostra, tenuta a battesimo a Roma nel 2017, ha viaggiato per altri luoghi prestigiosi in Italia tra cui Roma, Perugia, Altidona, Fiorano Modenese, Faenza, Bologna, Bari, Napoli dove è stata visitata da 20mila persone.

‘Dieci anni di una vita curiosa, coraggiosa e ricca di incontri – sottolinea l’Assessore alla Cultura del Comune di Sassuolo Angela Ruini – racchiusi in una mostra che abbiamo fortemente voluto a Sassuolo: Annalisa Vandelli non è solamente una scrittrice e fotoreporter apprezzata in tutto il mondo, è sassolese ed è uno dei motivi d’orgoglio della nostra città’

Abbiamo fortemente voluto portare a Sassuolo questa esposizione perché crediamo che il valore artistico e culturale di un’artista come Annalisa Vandelli, porti ricchezza e debba essere condiviso con la sua terra e con la comunità– dichiara Roberto Nesci Presidente del Lions club Sassuolo – Nel suo continuo e coraggioso andare e venire in paesi lontani, di cui ci hai narrato nei suoi reportage e nei suoi libri, ci consegna uno sguardo diverso anche della nostra realtà, induce a guardare quello che solitamente non si vede in un’ottica oscillante tra lontano e vicino.’

Nei vortici di polvere si intravede la luce fuori e dentro le cose, i fatti, le situazioni, le persone. Tutto è connesso e rimescolato nel mondo della globalizzazione, così immagini e testi fermano attimi rivelatori, assoluti, condivisi, dove l’essere umano è rimesso al centro, seppure oppresso da un sistema economico e tecnocratico che tende a prostrarlo.

Per la prima volta, il Crogiolo Marazzi di Sassuolo viene utilizzato come spazio per esposizioni fotografiche e anche l’allestimento originale su lamiere è inglobato nel concept della mostra. Le fotografie sono presentate infatti su pareti di lamiere ondulate sospese in una continua citazione delle baraccopoli e di quegli ambienti che fanno da scenario alle fotografie che si intravedono o si immaginano, in un gioco prospettico con l’architettura della struttura industriale.

“… Dieci anni di parole e immagini, dieci anni di notizie e riflessioni, che ci interrogano su un Sud del mondo che continuiamo a non vedere, a non considerare, malgrado migliaia di migranti ce ne portino quotidianamente i drammi e i problemi con le loro vite spezzate, malgrado le nostre scelte di vita e le nostre politiche abbiano condizionato la sua storia recente e passata. Quasi che i confini del mondo ancora oggi si fermassero alle Colonne d’Ercole. (…) E hai fatto tutto questo con una delicatezza che si scopre negli sguardi che ti vengono restituiti dalle persone ritratte. Con una fotografia partecipe che abbandona il mito dell’obiettività per entrare nella vita dei protagonisti delle immagini.” – dichiarano i curatori Uliano Lucas e Tatiana Agliani

Le fotografie sono accompagnate da testi, video e musiche, ai quali il visitatore può accedere tramite QR code, che non solo richiamano racconti, ma mescolano emozioni e conoscenze attraverso linguaggi diversi. La stampa delle foto su carta 100% cotone è dello storico studio De Stefanis di Milano; i vetri di Grazi Cristalli Industrie, fornitore delle più rinomate sedi espositive, come il British Museum, il Getty di Los Angeles e il Metropolitan di New York. Alessandro Salvioli, della omonima tipolitografia, ha curato i materiali a stampa.

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