Annunciati gli studenti premiati per il progetto creativo My Miamina
Annunciati gli studenti premiati nell’ambito del progetto creativo di textile design My Miamina, promosso da Saporiti Italia e MA*GA di Gallarate (VA) in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera, che ha coinvolto 50 studenti dell’accademia milanese nella rielaborazione del tessuto dell’iconica seduta Miamina.
Tre i vincitori: Nurys Mini con il progetto Tracce, Ying Lin con Accolto e Valentina Achilli con Mio blu.
Due le menzioni speciali assegnate ai progetti L’uccello che mangiò il cielo della studentessa Daria Mikhailova e F.T. II di Alice Zeni.
Ai primi tre classificati Saporiti Italia assegna una borsa di studio di 1.000 euro, mentre il MA*GA dona un anno di membership AMICI del MA*GA Young.
Gli elaborati vincitori sono stati utilizzati per realizzare tre esemplari unici delle sedute. Tutte le 50 riedizioni del tessuto della Miamina ideate dagli studenti dell’Accademia di Brera sono presentate al Museo MA*GA di Gallarate dal 18 al 27 ottobre 2024 in occasione delle mostre in corso Arte e design. Design è arte e HYPERDESIGN. XXVII edizione del Premio Gallarate, di cui Saporiti Italia è Main Partner.
Due percorsi espositivi paralleli e complementari: il primo, ideato da Philippe Daverio e curato da Emma Zanella, Vittoria Broggini e Alessandro Castiglioni, è dedicato al dialogo tra arti visive e design tra il secondo dopoguerra e lo scorcio del secolo scorso; il secondo, a cura di Chiara Alessi, è riservato invece ai progetti e ai processi del design dopo gli anni zero.
I progetti premiati sono stati selezionati dalla commissione nominata dagli enti promotori che ha valutato le rielaborazioni più interessanti del tessuto della seduta, elemento formale e strutturale chiave della Miamina, tenendo conto dell’originalità, della qualità tecnica e poetica, del grado di innovazione e ricerca di nuove soluzioni progettuali legate all’identità della seduta.
L’obiettivo del progetto creativo My Miamina è quello di valorizzare la qualità progettuale che contraddistingue la produzione italiana legata al mondo dell’arte e del design attraverso la relazione tra arte, design ed educazione, rispettivamente rappresentati dai tre soggetti coinvolti.
Gli studenti sono stati accompagnati in un percorso formativo con momenti propedeutici, visita alle collezioni del Museo MA*GA e all’archivio Saporiti Italia per arrivare a ideare una loro personale reinterpretazione del tessuto della seduta, fondamentale elemento formale e strutturale della Miamina.
Presentata per la prima volta nel 1983 nello showroom Saporiti Italia di Miami, città dalla quale prende il nome, la seduta Miamina ha ricevuto la menzione d’onore al Premio Compasso d’Oro nel 1985. La prima edizione viene realizzata con una serie di tessuti, creati appositamente da Ottavio e Rosita Missoni, amplificando il rapporto fra arte, architettura e design attraverso l’uso del colore. Negli anni, il tessuto della seduta è stato disegnato e rielaborato da Guido Pasquali, Gegia Bronzini e molti altri ancora.
Più di recente, nell’ottobre 2023, la Miamina è stata protagonista della mostra “Art Colors Design” all’ADI Design Museum di Milano sia nelle versioni storiche, sia in una edizione speciale di 20 pezzi unici “Twenty Cities” dedicati alle “città Saporiti” con originali teli e ricami creati dall’artista tessile Fosca Milano.
Mentre, in occasione della Milano Design Week 2024, è stata presentata a Palazzo Lombardia nelle versioni rielaborate dagli studenti del Dubai Institute of Design and Innovation e di POLI.design Milano accanto alla Miamina EV-K2-CNR disegnata nel 1990 da Bob Noorda.
“L’arte ha avuto sempre un importante ruolo di stimolo e di ispirazione per la Saporiti Italia. – afferma Raffaele Saporiti, presidente e amministratore delegato di Saporiti Italia S.p.A. – Dall’inizio degli anni 2000 l’arte è diventata un vero e proprio obiettivo di progettazione per la Saporiti Italia, con la creazione del progetto “Inside Art” che ha l’obiettivo di creare oggetti concepiti in funzione degli spazi dell’arte.
Inside Art ha portato a ideare e costruire oggetti per spazi quali il museo MA*GA, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Museo del ‘900, OGR Torino, Biennale di Venezia, MAN Nuoro, Shanghai Art ed altri ancora”.
“Inside Art – conclude Raffaele Saporiti – ha dunque per noi un importante valore “tecnico”, ma ha un ancor più importante valore “culturale e sociale”, perché ci permette di comunicare le nostre attività di design sostenendo al tempo stesso i luoghi dell’arte e della cultura. Siamo veramente grati al Museo MA*GA e all’Accademia di Belle Arti di Brera per questa collaborazione che, attraverso il coinvolgimento degli studenti, rappresenta per noi un’occasione straordinaria per confrontare nuovamente i processi e i metodi del design con le prospettive innovative e visionarie dell’arte”.
“Il progetto My Miamina si inserisce in una fruttuosa collaborazione pluriennale tra MA*GA e Saporiti Italia, due eccellenze del territorio lombardo, a dimostrazione di quanto sia fondamentale, oggi, promuovere le relazioni tra arte e impresa all’insegna dei valori di innovazione, sostenibilità e inclusività” – commenta Emma Zanella, direttrice del MA*GA -. “Questa partnership virtuosa si arricchisce oggi con l’intervento dell’Accademia di Brera, che rappresenta per noi l‘alleato migliore per valorizzare la qualità progettuale che contraddistingue la ricerca e produzione italiana legata al mondo dell’arte e del design.”
“Siamo entusiasti della collaborazione con Museo MA*GA e Saporiti Italia che hanno scelto l’Accademia per realizzare un progetto educativo e creativo che mostra non solo l’ottima sinergia fra pubblico e privato ma diventa laboratorio formativo di ricerca, contemporaneità e interdisciplinarità per gli studenti”, ha detto Dany Vescovi, docente e responsabile del progetto per l’Accademia di Brera.
Il progetto Tracce di Nurys Mini è stato realizzato utilizzando la tecnica della cianotipia su stoffa, un antico metodo di stampa fotografica caratterizzata dal tipico colore blu di Prussia. Diversi tessuti sono stati utilizzati come negativi per creare un gioco di sovrapposizioni, tracce e trasparenze. Queste immagini sono state rese visibili tramite l’esposizione della stoffa sensibilizzata ad una fonte di luce ultravioletta. Su queste forme morbide è stato poi creato un contrasto attraverso un ricamo di colore rosso.
L’elaborato Accolto di Ying Lin nasce da una riflessione sulla sedia come oggetto comune e quotidiano, pensato per offrire momenti di riposo oppure di condivisione. La seduta è caratterizzata da elementi circolari che rimandano alla convivialità, ai bambini seduti in cerchio o al tavolo circolare orientale, intorno al quale ci si riunisce per mangiare. Al progetto sono infatti associate delle piccole ciotole in ceramica.
Infine, la studentessa Valentina Achilli per il progetto Mio blu ricama sul tessuto della seduta le parole della poesia “Mio blu” di Ghiannis Ritsos, che racconta la relazione tra due amanti che si sentono compresi e contenuti l’uno dall’altro. Il progetto si ispira infatti ai concetti di cura e accoglienza. La Miamina si trasforma così in un “bagno di parole”, termine con cui lo psichiatra francese Didier Anzieu indica una componente importante dello sviluppo infantile, cioè quel fenomeno per il quale il suono della voce della madre, insieme alla manipolazione e alla componente tattile, creano una sorta di “involucro” che permette al bambino di sentirsi contenuto, e di maturare piano piano la consapevolezza di avere un “limite” corporeo; di percepire la distinzione tra ciò che “io sono” e tutto ciò che è “altro da me”.
Il primo progetto – L’uccello che mangiò il cielo della studentessa Daria Mikhailova – è pensato per funzionare in maniera bidimensionale e tridimensionale. Sul lato posteriore della sedia è stato dipinto un uccello, mentre sul lato anteriore un cielo. Quando la sedia è chiusa, i quattro angoli posteriori di colore porpora si uniscono nel comporre il becco di un uccello: nel movimento di chiusura, quindi, la sedia si trasforma in un uccello che inghiotte il cielo, per simboleggiare la forza distruttiva della natura umana.
Il secondo – F.T. II di Alice Zeni – utilizza la tecnica dell’olio su tela per realizzare un’immagine non definita, che propone una visione diversa, più lenta e riflessiva. Il lavoro della studentessa attinge da una ricerca fotografica alterata, rielaborata in un secondo tempo anche in fase pittorica e il progetto, quindi, è il risultato di una manipolazione doppia.