CARNAGE di Viviana Di Domenico
Fino al 9 novembre si potrà visitare a ingresso libero “Carnage” la personale di Viviana Di Domenico allo spazio Nudesign di Udine. In esposizione una trentina di opere organizzate sui due piani dello spazio. Le opere di Di Domenico sono sculture in gesso che raccontano l’evoluzione artistica dell’autrice nell’arco degli ultimi due anni. Alcune teste in cui l’autrice ritrae persone a lei care, una serie di ex voto nei quali forte è la presenza commista tra organi vitali, insetti, e altri animali. Una serie di fauni e ancora animali fantastici, così come una serie di sculture dedicate alla vanitas rese ancora più potenti dalla fragilità della materia. La mostra è curata da Luca Bernardis, organizzatore di veneti. Spiega il curatore: “Le sculture di Viviana Di Domenico, comunicative e cariche di passione, sembrano respirare sotto la superficie fredda, evocando un senso di fisicità e intimità che trascende la materia”. Alle note del curatore si affianca la spiegazione di Barbara Codogno, che ne ha curato la presentazione: “Carneficina o l’officina della carne. Di Domenico propone una teoria di sculture che gravitano attorno alla monocromia del bianco, una patina verginale che ammicca al luttuoso. Le sue sculture scavano in profondità, facendo emergere una potente carnalità esposta nella sua evidente caducità”. Per molte culture orientali il bianco è infatti il colore del lutto. Così come la luce nella sua massima esposizione confina con il suo alter ego sacrale, ovvero l’ora del buio, del mistero. Nella sua presentazione Codogno ha ricordato il mito di Diana e Atteone: è mezzogiorno, ora di massima intensità della luce. Atteone è nel bosco dove sta cacciando i cervi con i suoi cani e grazie alla luce accecante vede quello che non dovrebbe vedere: la dea nuda. Diana lo punisce trasformandolo in cervo: verrà sbranato dai suoi stessi cani. La verità della visione porta a conseguenze nefaste, così Di Domenico travolge di bianco il suo carnage. Occulta il sangue nel bianco. Una carneficina del sacro e nel sacro, che mescola quindi spiritualità e abominio, che ibrida animali e uomini, parcellizza e seziona il corpo. Molto interessante la saletta “segreta” dove una serie di lingue ci introducono in una sorta di reliquario contemporaneo.