Dopo essere stato protagonista della Florence Art Week con il progetto Water Spell, Emiliano Maggi torna a Firenze con la personale Songs and Spells, una mostra a cura di Caroline Corbetta concepita per le sale del Museo Stefano Bardini.

Terza tappa del suo progetto fiorentino – avviato lo scorso settembre con la performance Water Spell, che ha visto l’artista risalire l’Arno a bordo di un’imbarcazione accompagnato da musici del Corteo storico fiorentino, seguita dalla realizzazione dei premi per RINASCIMENTO+, riconoscimento internazionale al mecenatismo e collezionismo d’contemporanea – la mostra è un suggestivo viaggio attraverso la stratificazione di epoche, stili e oggetti che si snoda nelle stanze del Museo Bardini. Per mezzo di un linguaggio espressivo del tutto personale, che si formalizza principalmente in sculture in ceramica ma anche pitture ed interventi sonori, Emiliano Maggi mette in scena un’istintiva ibridazione – cronologica, tematica e iconografica- immaginando nuove rappresentazioni in cui l’umano si fonde con l’animale, come nel caso dei tritoni della tardo-cinquecentesca fontana del Nettuno in Piazza della Signoria, rimodellati alla luce della sperimentazione e di un vitalissimo desiderio di trasmutazione, che hanno fornito lo spunto primario per Water Spell.

Così, come nelle precedenti occasioni, Maggi affonda le mani nel passato della città, nel suo patrimonio artistico, per plasmare nuovi miti, questa volta in un luogo d’eccezione: le sale del Museo Bardini, sede della collezione dell’antiquario e connoisseur fiorentino Stefano Bardini, di cui quest’anno si celebra il centenario dalla scomparsa.

Emiliano Maggi, nato a Roma nel 1977, esplora la costituzione e la disintegrazione del sé attraverso opere che, ampliando la gamma della rappresentazione figurativa, evocano regioni astratte oltre il regno della riconoscibilità. Una ricerca concentrata sulla forma umana che, nella visione dell’artista, include non solo il corpo ma anche la mente, l’immaginazione e l’anima. Le sue opere nascono da un rapporto intuitivo con una vasta gamma di tecniche e materiali – dalla pittura alla scultura, dalla performance alla danza, alla composizione di suoni ed elementi musicali- e formano un mondo in cui si intrecciano antropologia culturale, iconografia delle fiabe, cinema horror, fantasy e di fantascienza, letteratura erotica e immaginario rurale. Negli ultimi anni, la ceramica è diventata linguaggio privilegiato con cui l’artista si riferisce al corpo umano in maniera indiretta, anche attraverso vestiti o calzature, per affermare il valore dell’ambiguità, liberando l’immaginazione verso una realtà anticonformista, più libera e plurale.

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