Emilio Scanavino. Luce e Materia. Fotografie degli anni Sessanta
Inaugurato lo scorso anno in occasione del centenario della nascita dell’artista, l’Archivio Scanavino torna ad accogliere il pubblico nei suoi spazi con la mostra Emilio Scanavino. Luce e Materia, dedicata alla produzione fotografica dell’artista.
L’inaugurazione della mostra avverrà in occasione di Milano MuseoCity, con tre giorni di apertura straordinaria, venerdì 3, sabato 4 e domenica 5 marzo, dalle 10.00 alle 19.00.
La mostra rimarrà visibile, inoltre, dal 6 marzo al 23 aprile 2023 con ingresso libero e visita su prenotazione.
Emilio Scanavino. Luce e Materia presenta una selezione di scatti fotografici di Emilio Scanavino realizzati negli anni Sessanta: immagini caratterizzate da inquadrature ravvicinate, che ritraggono particolari, tracce, elementi isolati su sfondi sconfinati e indefiniti, mostrando un’alfabetizzazione dei soggetti che vengono replicati più volte, con riprese diverse.
Pittore e scultore di origini genovesi, Scanavino è considerato uno dei protagonisti della generazione dell’informale e del movimento spazialista che si affermano in Italia alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
La ricerca artistica di Scanavino cerca di definire un nuovo alfabeto, una nuova lingua composta da segnigrafici e plastici, fisiologici e tangibili, organici e astratti. Con questa mostra sarà possibile scoprire come, con la macchina fotografica, l’artista abbia “catturato la vita”, in emozioni, racconti e rivelazioni prodotte dalla luce.
Emilio Scanavino nasce a Genova nel 1922, dove dopo il liceo artistico si dedica sin da subito alla pittura, inaugurando nel 1942 la sua prima mostra personale con opere di matrice espressionista. Dopo un inizio figurativo, la pittura di Scanavino diventa sempre più vicina alle caratteristiche del postcubismo, con una graduale sintetizzazione delle forme fino alla loro dissoluzione. Dopo i soggiorni a Milano, Parigi e Londra, nel 1950 lavora con Tullio Mazzotti alla sua Manifattura ceramica ad Albisola insieme a Lucio Fontana, Sebastian Matta, Guillame Corneille, Asger Jorn, Wilfredo Lam, Gianni Dova, Roberto Crippa, Enrico Baj. Nello stesso anno, espone alla XXV Biennale di Venezia e riceve ex-aequo il Primo Premio alla V Mostra regionale genovese. Negli anni successivi si avvicinò al gruppo milanese degli spazialisti esponendo nella Galleria del Naviglio di Venezia il primo Ambiente spaziale di Fontana. Nel 1954 espone ancora alla Biennale di Venezia dove parteciperà nuovamente nel 1958, vincendo il Premio Prampolini, nel 1960, con una sala personale e nel 1966, anno in cui consegue anche il Premio Pininfarina.
Continua negli anni seguenti la sua attività espositiva internazionale che lo vede partecipare a diverse mostre a Londra, Parigi, Milano, Tokio, Città del Messico, etc.
Nel 1971, in occasione dell’invito per la XI Biennale di San Paolo del Brasile, insieme allo scultore Alik Cavaliere per Biennale di San Paolo del Brasile, crea la grande opera dedicata ai martiri per la libertà, ma non viene esposta per intervento delle autorità consolari che la censurano per il soggetto “di natura politica e quindi extra artistica”. Oggi l’opera è esposta al Museo della Permanente di Milano. Nel 1973 la Kunsthalle di Darmstadt presenta una sua vasta mostra antologica che, viene riproposta a Venezia a Palazzo Grassi e poi a Milano a palazzo Reale, nel 1974. Nel 1975 Partecipa alla X Quadriennale di Roma e l’anno successivo inizia la collaborazione a Milano con Giorgio Marconi. Alterna la sua attività tra l’Italia e Parigi, che è costretto a lasciare per motivi di salute alla fine degli anni 70. Vive e lavora tra Milano e Calice Ligure fino alla sua scomparsa nel 1986.