Cornelia Grassi e Tommaso Corvi-Mora presentano Geometrie a mano, mostra collettiva che propone una selezione di opere degli anni Novanta e Duemila di Joanne Greenbaum, Richard Hawkins, Jim Isermann e Pae White.

Nel corso degli anni, la pratica dei quattro artisti statunitensi si è declinata in forme molto diverse tra loro, mantenendo sempre una tensione verso l’astrazione geometrica; un lavoro eseguito a mano dagli artisti nel proprio studio, senza mediazione alcuna nella produzione dell’opera.

Condividendo un linguaggio formale, i dipinti di Greenbaum e Hawkins rappresentano geometrie astratte dipinte a mano libera, ma nascono da percorsi molto diversi. I quadri di Joanne Greenbaum riproducono una forma di scrittura automatica e istintiva tradotta in formati e tecniche proprie dell’Espressionismo Astratto mentre le opere di Richard Hawkins nasconoda un approdo alla pittura dopo un decennio di collage figurativo, sia analogico che digitale. La struttura dei quadri di Hawkins, infatti, riproduce la stratificazione delle sue opere degli anni Novanta, in cui il desiderio omoerotico si sublimava nell’attenzione formale.

Le opere di Jim Isermann, invece, eseguite con tecniche dell’artigianato americano, hanno in comune con l’opera di Pae White una ricerca basata sulla ripetizione di forme geometriche e condividono l’interesse per il vernacolare architettonico californiano, producendo risultati inattesi

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