Fotografo, artista, esperto di tecniche di stampa, inventore della tecnica definita Cracker Art, Giuliano Grittini torna a Milano con la mostra personale “POESIE VISIVE”, che si terrà dal 9 al 22 novembre 2023 presso la Galleria San Babila, sotto il coordinamento di Willdoo Project.

Tra le voci più autorevoli del panorama artistico non solo italiano ma anche internazionale, oltre ad essere stato amico intimo e depositario di parecchi inediti di Alda Merini, Grittini porta in scena ben 10 opere dedicate a 10 poesie inedite dell’immensa poetessa, aforista e scrittrice italiana nota in tutto il mondo.

Il percorso espositivo, realizzato negli spazi della Galleria San Babila, si snoda attraverso un lungo arco temporale che offre la possibilità di apprezzare da vicino anche altri lavori dell’artista, incluse immagini modulate secondo la tecnica della Cracker Art che prevede l’utilizzo di resine, lavorazioni in foglia d’oro, collage su tela o su tavola.

Accanto a Marilyn, descritta nelle modalità più iconiche, appare un’Alda irriverente, assorta, profondamente sensuale e bambina in una sorta di ambivalenza, accompagnata dalla inseparabile sigaretta.

La liaison con Marilyn fluisce da poesie che Merini dedicò alla diva americana, per scorrere nelle opere di Grittini come ispirazione o in senso puramente figurativo.

Al pari, vivono volti e interiorità che Grittini discosta dall’usuale prospettiva: una Lady Gaga che non siamo abituati a vedere, una Uma Thurman bizantina, Keira Kinghtley ermetica, con lo sguardo penetrante su fondo scuro e le pallide luci della lavorazione a foglia d’oro su tavola.  Ogni soggetto viene rivissuto mediante lo sguardo dell’artista e filtrato da un’emozione dominante: i Beatles, Cara Delevingne, Madonna, Julia Roberts, Monica Bellucci.

Carl Gustav Jungi avrebbe trovato nelle opere di Giuliano Grittini un’assonanza.

Per la reminiscenza visiva che si trasfigura in rappresentazione interiore, come ha scritto Enrico Badellino, ma non solo.

In Grittini il segno grafico pittorico affonda nell’inconscio, modula l’estetica usando il colore e restituisce all’astante il suo specchio.

Cracker Art è più un metodo che una tecnica.  E ciò che la contraddistingue dall’intellettualismo della metodologia è la verve ironica con cui l’artista dissacra, umanizza, avvicina.

Merini e Marilyn sono vicine. Non solo sotto l’aspetto illustrativo o nel percorso interiore che Grittini compie per creare un parallelo fra Eros e Thanatos, fra quell’amore segnato dal dolore che traccia un segno comune nel percorso di Alda e Norma Jean.

La vicinanza qui diventa universale, inclusiva, metaforica. La manipolazione tecnica, le alchimie cromatiche, diventano uno strumento mediato dall’ironia e per questo capace, come dice ancora Badellino, di favorire la intima “commistione fra lontananza e partecipazione, distacco critico e coinvolgimento emotivo, freddezza mentale e commozione interiore”.

Fu Grittini a raccogliere dalle dirette parole di Merini, al telefono, il sentiment su Marilyn, quel dialogo interiore scaturito da un destino similare, quello della farfalla contemplata per la sua indicibile bellezza ma inchiodata al muro dalla brama del collezionista.

E tuttavia, in questo confronto, spostato dalla poetessa su un piano intimamente soggettivo, Marilyn diventa creatura dell’anima.

Nelle opere di Grittini, per traslato, l’immaginario del mito assume connotazione cinematografica alla prima superficiale osservazione, per sprofondare nei recessi dell’inconscio grazie alla potenza del colore, alle alchimie della materia che tracciano universi diversi fruendo di tecniche miste.

Il metodo della Cracker Art, con il suo corpus articolato e complesso, rende i lavori “icone concettuali e i personaggi esplosi anche attraverso un senso sottilmente erotico, giocoso e bello anche per via di un’attenzione alle dinamiche più segrete del desiderio”. (Carlo Franza)

La matrice fotografica di Grittini si fonde con l’esperienza maturata stampando le opere di artisti quali Baj, Fiume, Sassu, Guttuso, Warhol, Scanavino, Rotella, per diventare iperbole creativa contraddistinta da uno scambio attivo con l’osservatore.

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