Henry Moore. Il Guerriero con Scudo nella Terrazza di Saturno
Sono trascorsi più di cinquant’anni dalla grande mostra di Henry Moore al Forte di Belvedere e finalmente si avvera il sogno dell’artista britannico che desiderava vedere esposto per sempre il suo Guerriero con scudo in uno degli ambienti più suggestivi di Palazzo Vecchio, la Terrazza di Saturno, grazie al sostegno finanziario del Ministero del Turismo “Fondo siti UNESCO e città creative”.
Siamo quindi lieti di presentare la nuova collocazione del Guerriero con Scudo di Henry Moore in conferenza stampa alla presenza della vicesindaca e assessora alla cultura Alessia Bettini, del direttore del British Institute of Florence Simon Gammell, del direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti, della direttrice Servizio Arte Contemporanea dell’Opificio delle Pietre Dure Renata Pintus e di Stefano Filipponi, segretario generale dell’Opera di Santa Croce.
Molte sono state le mancate occasioni di collocare in quella sede la bellissima e per certi versi drammatica scultura in bronzo, di proprietà del British Institute of Florence. Negli ultimi decenni si è potuta ammirare nel primo cortile di Santa Croce, dove è rimasta fino a pochi anni fa. Adesso, grazie alla felice collaborazione di tutte le istituzioni coinvolte e degli eredi, e un accurato restauro seguito magistralmente dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, il desiderio di Moore si avvera e il Guerriero sale in alto, in quella Terrazza tanto amata dallo stesso Moore.
“Il guerriero mutilato di Moore torna finalmente a Palazzo Vecchio, nella collocazione prediletta dal suo autore, e sembra ammonirci di fronte a nuove guerre contemporanee. – dichiara il sindaco Dario Nardella – A cinquant’anni dalla retrospettiva che la città dedicò al grande artista inglese al Forte di Belvedere, Moore continua a sorprenderci e noi continuiamo ad omaggiarlo e a trovare nuove vie per mostrare le sue opere. Ora accogliamo il suo guerriero nel cuore civico, storico e artistico della città, una scelta che ci farà riscoprire un legame con lo scultore mai sopito e che si inserisce nella continua ricerca di sperimentazione e congiunzione tra antico e contemporaneo che la città porta avanti da alcuni anni con successo.”
“L’arrivo del Guerriero con Scudo di Henry Moore nella Terrazza di Saturno è un evento straordinario – ha detto la vicesindaca e assessora alla Cultura Alessia Bettini -, che suggella il legame artistico lungo e affascinante tra l’opera e la città di Firenze, portando a compimento il desiderio dell’artista britannico. Un percorso segnato da vicissitudini e riposizionamenti, che aggiunge ulteriore profondità e significato alla storia dell’opera, ora finalmente a ‘casa’. Un simbolo di forza e resilienza che sarà qui non solo a testimoniare la grandezza di un maestro indiscusso che ha influenzato profondamente la scultura moderna, ma anche a rappresentare il dialogo costante dell’artista con la storia di Firenze e i suoi capolavori, in una fusione emozionante tra arte, storia e paesaggio con lo sguardo rivolto verso l’orizzonte e il futuro”.
“Il British Institute of Florence è lieto di rinnovare il prestito della nostra importante scultura di Henry Moore al Comune, per l’esposizione sulla Terrazza di Saturno – ha affermato Simon Gammell, direttore del British Institute of Florence – Questo è un altro importante simbolo della duratura amicizia speciale tra la città di Firenze e i suoi numerosi residenti e visitatori britannici, tra cui Henry Moore, uno dei nostri più grandi artisti, che amava questo luogo.”
“Henry Moore è tra gli artisti più apprezzati dall’UNESCO, infatti fu uno dei pochi scultori selezionati dal “Comitato per l’architettura e le opere d’arte” dell’UNESCO, in collaborazione con il Comitato dei consulenti artistici, per la decorazione artistica della sede permanente di Parigi, inaugurata nel 1958. In questo contesto, l’UNESCO commissionò a Henry Moore un’opera da collocare al centro della piazza antistante il nuovo edificio, la “Silhouette at Rest”, scultura alla quale Moore lavorò in Toscana per quasi un anno e che fu poi trasportata a Parigi” ha dichiarato Carlo Francini, Responsabile dell’Ufficio Firenze Patrimonio Mondiale e Rapporti con UNESCO.
“Una grande soddisfazione aver contribuito come MUS.E alla realizzazione di questo progetto che conclude un itinerario scientifico e espositivo iniziato qualche anno fa con la grande mostra di disegni al Museo Novecento. – ha detto il presidente di MUS.E Matteo Spanò – Finalmente possiamo ammirare il Guerriero con Scudo in quella Terrazza di Saturno immaginata da Moore come sede ideale per esporre la sua scultura. Progetti espositivi come questo, realizzati in più tappe e con una simile conclusione, costituiscono uno dei risultati migliori a cui puntare. Non sempre infatti può accadere di veder restare a Firenze opere che sono state oggetto di ammirazione solo per un breve periodo, in occasione di importanti mostre: è già accaduto con il Leone di Francesco Vezzoli, adesso si ripete con il Guerriero di Henry Moore. Un gioco di squadra che in questi dieci anni ha funzionato in modo eccellente, portando a risultati importanti. Ringrazio l’amministrazione, tutto lo staff del Museo Novecento e di MUS.E, il curatore e le istituzioni che hanno condiviso questa iniziativa.”
“È stato un lungo viaggio quello di Henry Moore iniziato nel 1970 – ha detto Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento – La sua apparizione al Forte Belvedere ha cambiato radicalmente il rapporto tra il mondo culturale fiorentino e l’arte moderna contemporanea. La scultura di Henry Moore è stata un “dolce shock” perché ha fatto cadere molte resistenze e perplessità con il suo linguaggio assolutamente all’avanguardia eppure classico, direi anzi neoumanistico. In più, ai più accorti, ha fatto capire il forte legame dell’arte del Novecento con il mondo arcaico e primordiale. Infine, le sue ricercate forme non sono vuote di significato perché tendono sempre a rappresentare il mistero della natura e la grandezza drammatica della storia e dell’esistenza umana. Finalmente siamo riusciti a soddisfare il sogno di Moore grazie alla perfetta collaborazione tra tante istituzioni. Siamo ancora grati a Mary Moore per aver approvato questo itinerario, agli amici del British Institute of Florence, a Sebastiano Barassi della Henry Moore Foundation e un vivo ringraziamento a tutta l’équipe dell’Opificio delle Pietre Dure che ha condotto un restauro perfetto. Sono personalmente grato al Sindaco Nardella che ci ha sostenuto fino ad oggi, a tutti gli uffici del comune, allo staff del Museo Novecento e a MUS.E. Questo è un traguardo alla fine di un decennio di sfide culturali che hanno avuto anche in Henry Moore un punto di riferimento. Non è una fine, ma solo l’inizio.”
“All’Opera di Santa Croce ha fatto naturalmente piacere avere l’opportunità di ospitare il Guerriero, contribuendo a superare una fase di criticità – ha detto Cristina Acidini, presidente dell’Opera di Santa Croce – Ora siamo molto felici che venga collocato sulla Terrazza di Saturno, come era desiderio di Moore.”
“Moore era un convinto pacifista e l’immagine di questo Guerriero insieme fragile e monumentale appare ancora più forte ed evocativa in questo momento così segnato da conflitti, che rafforza il senso di una collocazione in un luogo così ricco di valori civili come Palazzo Vecchio.- ha detto Emanuela Daffra, Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure- Per l’Opificio, che già aveva avuto occasione di lavorare su altre opere di questo maestro del Novecento, è stato un prezioso momento di ricerca: siamo quindi particolarmente lieti di aver contribuito a questo percorso.”
“Le nuove ferite del Guerriero che le restauratrici Stefania Agnoletti, Maria Baruffetti, Merj Nesi si sono trovate a dover curare erano soprattutto dovute ad una combinazione tra la tecnica di fusione della scultura (un metallo microporoso e la presenza rilevante di residui delle terre di fusione e dell’armatura in ferro) e la sua permanenza per diversi anni in ambiente esterno, che aveva causato l’alterazione cromatica della patina – il colore del bronzo – e l’emergere di efflorescenze biancastre. – ha dichiarato Renata Pintus, Direttrice Servizio Arte Contemporanea dell’Opificio delle Pietre Dure – I materiali ferrosi e le terre sono stati rimossi dall’interno e la superficie è stata sottoposta ad una attenta pulitura: considerando una sostanziale disponibilità dello sculture al cambiamento nel tempo dell’aspetto dell’opera e il trasferimento del Guerriero in un ambiente semi-confinato, ci siamo limitati a smorzare certe disomogeneità cromatiche corrispondenti alle zone di saldatura o conseguenti al generale viraggio verso il verde della patinatura, applicando poi una protezione costituita da una miscela di cere.”