Uno studio clinico per valutare l’impatto dell’arte sul benessere dei pazienti. Lo condurrà la struttura di Nefrologia e Dialisi del Carlo Poma di Mantova, guidata da Giuseppe Mazzola, coinvolgendo un gruppo di 25 pazienti sottoposti a trattamento dialitico, emodialisi o dialisi peritoneale. Si tratta del primo studio di Asst che vede protagoniste le arti con il loro potenziale terapeutico. È realizzato in collaborazione con Fondazione Palazzo Te, che già vanta un’esperienza significativa nel campo del welfare culturale e prevede un percorso di laboratori molto articolato dal titolo L’arTE che cura. Rubens e gli eroi, che sfrutterà diversi linguaggi espressivi, stimolando le emozioni: danza, teatro, pittura e musica.

L’iniziativa è nata nell’ambito del più ampio progetto Arte in ospedale, curato dall’area Ufficio stampa e comunicazione di Asst Mantova, che da anni diffonde la bellezza nei luoghi di cura, grazie a svariati interventi artistici nelle strutture aziendali in partnership con istituzioni, artisti, istituti di formazione superiori e universitari. In particolare, nel 2023 è nato appunto il sottoprogetto Museoterapia, in cui si inseriranno i workshop di Palazzo Te.

“Si parte dall’idea – commenta il direttore generale di Asst Mara Azzi – che l’arte possa curare sia i pazienti che i professionisti, oltre a rappresentare un ponte fra i luoghi di cura e la comunità locale. Con questa iniziativa i nostri professionisti hanno voluto misurare scientificamente la reazione dei pazienti al contatto con la bellezza. Ringraziamo Fondazione Palazzo Te per questa importante collaborazione”.

Il direttore di Fondazione Palazzo Te Stefano Baia Curioni dichiara: “La partecipazione delle istituzioni culturali e del patrimonio alle attività di sostegno sanitario non è solo una scelta di inclusione, ma la risposta a una precisa dimensione etica, insita nella loro missione”.

Lo studio clinico della Nefrologia metterà a confronto due gruppi di pazienti dializzati, uno dei quali svolgerà le attività strutturate per Palazzo Te. A entrambi sarà sottoposto un doppio questionario a distanza di un tempo prestabilito: prima e dopo l’esperienza artistica. L’obiettivo primario è quello di verificare se gli stimoli artistici possono contribuisce a una riduzione del 10 per cento del grado di astenia.

Il secondo obiettivo è quello di valutare se le condizioni di dialisi ospedaliera o domiciliare possono contribuire a determinare il grado di astenia. I pazienti hanno un’età compresa fra i 18 e gli 80 anni, maschi e femmine.

L’insufficienza renale cronica con necessità dialitica è una condizione che comporta spesso la comparsa di astenia fisica e mentale. Il paziente dializzato riferisce senso di stanchezza legata all’esecuzione della dialisi, ma anche dovuta alla modifica degli stili di vita e all’obbligatorietà del trattamento dialitico tre o più volte alla settimana, in base alla metodica prescelta. L’astenia si ripercuote sul benessere psichico, fisico e sociale di chi la sperimenta.

Il percorso prenderà come spunto iniziale i miti di Ercole e le storie di Achille, emblemi dell’eroe antico che si trova di fronte a fatiche e scelte, amori e arti, mostri e avversari, virtù e debolezze. Come queste storie ci parlano oggi? Come diventano una pratica sociale? Perché il mito è ancora materia viva?

Si partirà il 17 ottobre con sei laboratori condotti da esperti che si concluderanno il 28 novembre: Visita alla mostra di Rubens. Il corpo dell’eroe. Forza, amore, virtù con Simone Rega; Percezione e senti-mento con Chiara Olivieri; Dal dipinto alla scena con Silvia Gandolfi; Segno, gesto, colore. L’energia nella pittura con Federica Aiello Pini; Piano e forte. La forza di una nota con Leonardo Zunica.

Secondo il rapporto dell’Oms sul ruolo delle arti nel miglioramento della salute e del benessere, negli ultimi vent’anni la ricerca in questo campo si è intensificata in modo molto significativo.

Sono inoltre emersi sviluppi nelle pratiche e nelle atti­vità politiche in diversi Paesi dell’Organizzazione mondiale della sanità-Regione Europa, ma anche oltre i suoi confini. Più di 3.000 studi hanno evidenziato il ruolo determinante delle arti nella prevenzione delle malattie, nella promozione della salute, nel trattamento e nella gestione delle patologie che si manifestano nel corso della vita.

Il report censisce la letteratura accademica globale in inglese e in russo, dal gennaio 2000 al maggio 2019. Si parla di oltre 900 pub­blicazioni, fra le quali più di 200 tra recensioni, revisioni sistematiche, meta-analisi e meta-sintesi. I risultati sottolineano un potenziale impatto delle arti sulla salute mentale e su quella fisica, nell’ambito di due categorie tematiche: la preven­zione e promozione, la gestione e il trattamento.

Visitare musei e gallerie, andare a teatro e assi­stere a concerti o all’opera lirica ogni due mesi o più frequentemente in età avanzata sono stati associati, ad esempio, a un più lento declino cognitivo e a un minore rischio di sviluppare demenza.

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