LA CRISI dei FONDAMENTA. Domenico SILVESTRI
Spazio Thetis ospita, a partire dal 10 aprile, la mostra personale di Domenico Silvestri, un artista che con la sua pittura indaga le fratture dell’epoca contemporanea, tra perdita di riferimenti e il crescente distacco tra individuo e realtà. Il progetto espositivo raccoglie una selezione di opere che affrontano il tema della crisi dei fondamenti, intesa non solo in senso epistemologico o scientifico, ma anche sociale e culturale.
La pittura di Silvestri si fa portavoce di un’umanità sempre più isolata, prigioniera di un presente dilatato e incapace di immaginare un futuro condiviso. Le sue figure, statiche e sospese in ambienti geometrici e surreali, traducono in immagini il disorientamento esistenziale del nostro tempo, evocando la solitudine imposta da una società iperconnessa, dove la comunicazione mediata dalla tecnologia sostituisce il contatto autentico. In questo scenario, le relazioni si frammentano, la progettualità collettiva si dissolve e il tempo si appiattisce in un eterno presente privo di slanci futuri.
Tra le opere esposte, “N.T.” introduce una dimensione di solitudine assoluta, in cui l’individuo appare come un ingranaggio in un sistema produttivo che non ammette rallentamenti. La possibilità di una crescita interiore autentica viene annullata: l’essere umano non è più visto come un soggetto in evoluzione, ma come un’entità misurabile solo in termini di produttività.
L’opera “La Domenica non tutti risorgono” riflette invece sull’incapacità di rigenerarsi e sulla fine della promessa di un domani migliore. Qui la dimensione temporale si appiattisce in un eterno presente, mentre il futuro si dissolve in un’ombra indistinta, priva di una progettualità collettiva. Le figure, immobili e immerse in spazi rarefatti, sembrano bloccate in una condizione di attesa senza risoluzione.
“La madre del padre del padre” esplora il tema della frattura generazionale e della crisi della trasmissione culturale. Il passato diventa inaccessibile, deformato o privo di significato, in una società che ha perso il legame con le proprie radici. L’identità si sgretola e i punti di riferimento si dissolvono, mentre le relazioni familiari e comunitarie si sfaldano sotto il peso dell’individualismo contemporaneo.
Un altro lavoro emblematico della mostra è “Soglie”, che suggerisce l’idea di transizione e di passaggio, un confine mai realmente superato. Viviamo in una condizione di sospensione, incapaci di oltrepassare la soglia verso ciò che potremmo essere. In questa prospettiva, la pittura diventa per Silvestri un mezzo per
modificare la percezione della realtà, un linguaggio attraverso cui interrogare il presente e immaginare nuove possibilità di connessione umana e culturale.
Tecnica e poetica si fondono nel lavoro di Silvestri attraverso l’uso sapiente della tempera all’uovo, una pratica pittorica antica che l’artista reinterpreta con una sensibilità contemporanea. Il rigore formale si combina con un immaginario visivo in cui convivono riferimenti alla tradizione rinascimentale, alla pittura metafisica e a suggestioni orientali. L’inserimento di elementi come foglia d’oro e figure simboliche amplifica il senso di atemporalità delle sue opere, ponendole in dialogo con il passato pur ancorandole saldamente alle problematiche del presente.
Attraverso la sua ricerca pittorica, Silvestri non offre consolazione né speranza, ma invita a riflettere sulla fragilità del nostro tempo e sulla necessità di ricostruire un tessuto relazionale e culturale che possa restituire significato al nostro vivere.