Cardi Gallery presenta “La Geometria dei Colori”, una mostra in collaborazione con Antonini Milano che aprirà il prossimo 9 novembre a Palazzo Borromeo, di nuovo protagonista con i suoi spazi affrescati.

Si tratta di un’accurata selezione di opere di Claudio Verna che attraversa ben diciassette anni della produzione dell’artista, comprendendo, inoltre, alcuni dipinti di recente realizzazione.

Attraverso un attento studio delle forme geometriche e del colore, questi lavori esprimono perfettamente il modus operandi dell’artista, il quale ha fatto di un’intensa astrazione della forma e di un vibrante uso del colore le fondamenta per creare nuove dimensioni pittoriche.

Nato a Guardiagrele nel 1937, Verna, attualmente, vive e lavora a Roma.

Considerato uno dei principali protagonisti, nonché fondatore, del movimento artistico “Pittura Analitica”, ha, con il suo lavoro, favorito un ritorno alla pittura nei suoi elementi costituenti. Durante gli anni Sessanta, mentre il medium della pittura stessa era visto, sulla scia delle avanguardie europee, da molti dei suoi colleghi come anacronistico ed obsoleto, Verna, insieme ad altri artisti quali Giorgio Griffa, Riccardo Guarnieri e Claudio Olivieri decise di dar vita al movimento.

Per diversi aspetti, i punti cardine di Pittura Analitica incarnavano l’essenza di quella che può essere considerata come la risposta italiana al Minimalismo. Dall’hard-edge al Colour Field, sono vari i parallelismi che possono essere tracciati con la pittura americana degli anni Sessanta rappresentata da grandi artisti, tra cui Frank Stella, Barnett Newman e Kenneth Noland.

Affermatosi come una tendenza caratterizzata dal totale rifiuto di accenni ed elementi figurativi, il movimento fondato da Verna ha attecchito nel panorama artistico europeo diffondendosi, ad esempio, come Radical Painting in Germania e Supports/Surface in Francia. Tali correnti avevano come fil rouge una ricerca artistica integrata, volta al recupero del mezzo della pittura stessa, considerata ormai come un linguaggio in declino.

Spesso caratterizzato da diverse fasi e lievi variazioni, il corpus di lavoro di Verna ufficializza un linguaggio espressivo dominato da elementi base come lo spazio, la forma e il colore.

Verso la fine degli anni Settanta, quando ormai il movimento Pittura Analitica era nella sua fase avanzata, le strutture pittoriche di Verna, fino a quel momento così rigorose e pulite, iniziarono a disintegrarsi. La natura precisa e analitica svanì.

L’artista, così facendo, raggiunse una dimensione altra, diversa, caratterizzata prevalentemente dal rilascio del colore. Allo stesso tempo, però, l’energia sprigionata dalle superfici delle sue tele rimase un punto fermo di tutta la sua produzione pittorica, nonostante il suo linguaggio visivo abbia continuato ad evolversi fino ad arrivare a servirsi di pennellate libere e netti contrasti di colore presenti all’interno della stessa opera.

In questo modo Verna continuò a dar vita a nuove dimensioni utilizzando campiture di colore diversamente modulate e ottenendo come risultato della suddivisione dello spazio della tela sia rigorose griglie geometriche che, allo stesso tempo, forme inaspettate.

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