È un’assenza lunga 222 anni quella che dal 23 dicembre sarà colmata, grazie alle più moderne tecnologie applicate all’arte, nella Chiesa di San Francesco a Città di Castello (PG): le sue volte torneranno infatti ad accogliere l’armonia pittorica e le cromie originarie dello “Sposalizio della Vergine” di Raffaello, opera d’esordio e fra le più celebrate dell’Urbinate, che la ultimò ventunenne nel 1504 proprio per questo luogo, da cui venne poi rimossa nel 1798 per mano del generale napoleonico Lechi.

Non si tratta ovviamente dell’autentica pala d’altare che le vicende successive a quella sottrazione condussero a Milano, nella Pinacoteca di Brera che oggi la conserva ed espone al pubblico, ma del suo perfetto clone, una stupefacente replica frutto di sofisticati processi di acquisizione e stampa 3D d’avanguardia, capaci di rappresentare fedelmente la pennellata materica di Raffaello, le linee di costruzione, i cretti e tutte le imperfezioni presenti sull’originale della tavola.

Sono state proprio le sale di Brera il teatro del primo atto di questa particolare operazione di ricontestualizzazione storico-artistica che conclude il 2020, anno celebrativo del Cinquecentenario di Raffaello Sanzio. La riproduzione tridimensionale posta nella cappella per cui lo “Sposalizio della Vergine” venne realizzato è infatti il risultato dell’elaborazione dell’immagine digitale in “gigapixel+3d” del capolavoro, acquisita lo scorso 2 novembre alla pinacoteca meneghina da Haltadefinizione.

La tecnica dell’immagine in “gigapixel+3d” sviluppata da Haltadefinizione consente di ottenere esemplari digitali a elevata risoluzione dei dipinti, tramite l’unione e l’elaborazione di una grande quantità di singoli scatti fotografici a porzioni del medesimo soggetto – 4250 fotogrammi nel caso dello Sposalizio – poi ricomposti grazie ad algoritmi appositamente studiati. Nascono così immagini dettagliatissime, costituite da miliardi di pixel e in grado di mostrare anche i più piccoli e impercettibili particolari di un quadro. La digitalizzazione di questo capolavoro ha richiesto un’elaborazione informatica di quindici giorni che ha generato un unico file TIF di ben 1,13 Terabyte. Ma non è tutto: il procedimento utilizzato e sviluppato insieme al partner tecnologico Memooria, consente anche di rilevare la matericità dell’opera, di farne cioè una sorta di calco digitale che ne restituisce un’impronta tridimensionale con precisione nell’ordine della decina di micron. Grazie ai dati ottenuti in tal modo, è quindi possibile attuare un processo di stampa innovativo, attraverso il quale viene fedelmente duplicata la superficie pittorica in termini fisici e cromatici, dando forma a un vero e proprio clone, visivamente identico all’originale.

Con la ricollocazione del gemello in high definition dello Sposalizio, a chi varcherà il portale di San Francesco a Città di Castello sarà d’ora in poi resa una prospettiva del tutto analoga a quella che un visitatore della chiesa poteva cogliere nel ‘500, un’esperienza suggestiva completata dal restauro della stessa cornice lignea dorata nella quale lo Sposalizio della Vergine di Raffaello era anticamente esposto, riportata all’antico splendore per accogliere la replica.

Inoltre, un ulteriore clone dello “Sposalizio della Vergine” sarà donato da Franco Cosimo Panini Editore e Haltadefinizione alla Pinacoteca di Brera affinché possa essere utilizzato per finalità didattiche e educative, oltre ad offrire uno strumento utile al monitoraggio strumentale dello stato di conservazione dell’opera, consentendo nel tempo di identificarne variazioni di forma e colore.

L’operazione oltre a rappresentare un significativo esempio di innovazione nel campo dei beni culturali e delle arti figurative, assume il senso di un prezioso regalo a Città di Castello e all’Umbria per questo Natale così anomalo e travagliato. È soprattutto per la comunità locale che Franco Cosimo Panini Editore e Haltadefinizione, di concerto con l’amministrazione comunale e con l’autorizzazione del FEC – Fondo Edifici di Culto, hanno deciso di compiere questa donazione, così come ad essa è dedicato l’evento inaugurale che accompagnerà il posizionamento dell’opera caratterizzando la serata del 23 dicembre.

Una serata ideata e curata dal regista tifernate Giuseppe Sterparelli, che ha voluto regalare un momento di forte impatto scenico ai suoi concittadini, anche per supplire all’impossibilità di accedere all’interno della Chiesa per assistere al posizionamento. A partire dalle ore 18 del 23 dicembre l’intera facciata gotica di San Francesco si animerà con la proiezione delle immagini in ultra-definizione del dipinto, uno spettacolo di luci accompagnato dalle note della sinfonia del compositore Salvatore Sciarrino, modulata dalla Deuxième année de Pèlegrinage di Franz Listz e dedicata proprio allo “Sposalizio” di Raffaello.

Questo evento si pone quale anticipazione della grande mostra nazionale “Raffaello giovane e il suo sguardo” in programma a Città di Castello a marzo 2021 (posticipata a causa dell’emergenza sanitaria). Le sale di Palazzo Vitelli alla Cannoniera, dimora rinascimentale ancora intatta che ospita l’unica opera del Maestro rimasta in città, lo “Stendardo della Santissima Trinità”, offriranno al pubblico la possibilità di ripercorrere il periodo qui trascorso da Raffaello tra 1500 e 1504, quando, appena ventenne, ricevette le prime importanti commissioni.

Lucia Panini, amministratore delegato Franco Cosimo Panini Editore, ha sottolineato: “L’acquisizione dello Sposalizio della Vergine, il capolavoro di Raffaello conservato alla Pinacoteca di Brera, si inserisce nel progetto “L’arte impossibile” col quale ci siamo posti l’ambizioso obiettivo di realizzare repliche perfette dei grandi capolavori della pittura creando, di ogni opera, sia la fedelissima copia fisica, sia la riproduzione digitale ad altissima risoluzione. Due dimensioni che integrandosi a vicenda espandono infinitamente la missione di chi come noi da decenni realizza opere facsimilari. Divulgare e diffondere la conoscenza delle opere d’arte e allo stesso tempo preservarne lo stato di conservazione erano gli stessi intenti che avevano guidato mio padre, agli inizi degli anni Novanta a pubblicare una inedita edizione in facsimile della Bibbia di Borso d’Este. Oggi le tecnologie di Haltadefinizione permettono un passaggio ulteriore, rendono possibile quello che fino a qualche anno fa si poteva solo sognare: riprodurre l’opera d’arte in più copie e poterla ricollocarla nel luogo per cui era stata commissionata”.

Luca Ponzio, founder Haltadefinizione, aggiunge: “Haltadefinizione ha messo a punto tecnologie per l’acquisizione digitale e per la riproduzione che offrono la possibilità di esplorare e sperimentare nuove modalità di approccio alla valorizzazione e alla divulgazione dell’arte con un potenziale infinito. Grazie a tali tecnologie, da oggi, oltre all’opera originale da ammirare in tutta la sua bellezza alla Pinacoteca di Brera, ci sarà la sua copia perfetta, ricollocata nel luogo di origine a Città di Castello, per restituire alla comunità un pezzo importante della storia del territorio e, ancora, una seconda copia disponibile in Brera per usi didattici, di studio e anche creativi, per fare quello che sull’originale non si può fare, come, ad esempio, toccare con mano la tridimensionalità della pennellata di Raffaello. Straordinarie opportunità che solo una replica può offrire”.

Luciano Bacchetta, Sindaco di Città di Castello ha invece dichiarato: “Sono grato a Lucia Panini di Franco Cosimo Panini Editore e Luca Ponzio di Haltadefinizione per questa donazione alla nostra comunità. Nell’ambito delle celebrazioni per il quinto centenario della morte di Raffaello la collocazione di questa bella riproduzione dello Sposalizio della Vergine di Raffaello sull’altare Albizzini della chiesa di San Francesco a Città di Castello rappresenta una importante occasione di celebrare questo capolavoro emigrato dalla nostra città più di 200 anni fa. La tecnologia riproduttiva di altissimo livello della tavola restituisce al meglio questo dipinto che rappresenta un vanto della nostra città e un punto di svolta dell’intero Rinascimento italiano”.

Giuseppe Sterparelli, ideatore e organizzatore evento, spiega: “Vedo questa operazione non come una riproduzione, benché assolutamente perfetta, di un’opera d’arte, ma come la chiave per riattivare connessioni dimenticate e sempre più necessarie. L’Umbria di Raffaello esiste ancora ed è nelle sue architetture silenziose, nel profilo delle colline che rende armonici gli orizzonti, nell’eco di Piero della Francesca, che guarda il vicino confine oltre il Tevere; grazie al lavoro di Haltadefinizione si potrà entrare nella chiesa di San Francesco, e voltando gli occhi verso l’altare di San Giuseppe, ritrovare ancora una ragazza di paese che guarda assorta lo “Sposalizio”, come 500 anni fa”.

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