Il Castello Campori di Soliera (MO) ospita, dal 5 ottobre 2024 al 6 gennaio 2025, una retrospettiva dell’artista Lorenzo Bonechi nel trentennale della scomparsa, a cura di Antonio Natali e Giovanni Bonechi, promossa dal Comune di Soliera e dalla Fondazione Campori, in collaborazione con l’Archivio Lorenzo Bonechi e la galleria d’arte Il Ponte.

Nelle sale del Castello vengono esposte trenta opere, in un originale percorso tra le diverse fasi della ricerca espressiva di Lorenzo Bonechi: dal ruolo centrale che riveste il disegno come pratica originaria e perentoria, all’utilizzo delle tecniche di incisione calcografica; dai dipinti materici di figurazione gestuale, di medio e grande formato, alle tempere su carta; oltre ai quaderni dell’artista provenienti dall’Archivio Lorenzo Bonechi e alla proiezione di un filmato che lo ritrae nell’atelier.

Il percorso espositivo mostra la varietà delle cifre stilistiche espressive e delle tecniche da lui adottate nel corso della sua breve ma intensa carriera, informata al recupero e alla rilettura originale della tradizione: dall’arte bizantina a quella del Trecento e Quattrocento.

Lorenzo Bonechi fu partecipe del clima di fermento culturale degli anni Ottanta del Novecento, alimentato dalle proposte dell’Anacronismo e della Pittura colta. Nelle opere si potranno cogliere temi e sentimenti che sono il fulcro della poetica dell’artista: a cominciare dal suo stretto legame con la natura e la cultura delle terre natie, e poi il senso della continuità fra la storia e la cronaca, che si manifesta nei cortei di figure, nelle architetture e nei paesaggi; e finalmente la continua aspirazione a indagare il mistero del divino e la sacralità dell’esistenza.

La mostra, a ingresso gratuito, sarà corredata da un catalogo, con i saggi critici dei curatori, approfondimenti, fotografie di archivio e delle opere allestite al Castello Campori. Durante il programma di apertura si inseriscono visite guidate aperte al pubblico.

“Il linguaggio di Lorenzo Bonechi”, spiega il curatore della mostra Antonio Natali, “è radicato nella nobile tradizione toscana e informato alle inflessioni vibratili fluenti nell’alveo d’un passato che nelle terre del Valdarno fu luminoso. Plasmato dalla religiosità sobria e salda delle sue terre, attinse per le sue scelte linguistiche alle fonti di matrice fiorentina e senese a lui consentanee: fu attento alle radicali novità di Masaccio e nel contempo ai prolungamenti del gotico di maestri senesi come il Sassetta e Giovanni di Paolo; ma fu anche affascinato dalle prospettive lucide e assorte di Piero della Francesca.”

“Il segno espressivo di Lorenzo Bonechi possiede un tale fascino e una così profonda capacità evocativa”, commenta a sua volta la sindaca di Soliera Caterina Bagni, “che non poteva esserci proposta più adatta per dare seguito e sostanza al percorso del Castello dell’Arte, avviato nel 2018 e declinato in questi anni tra arte e fotografia contemporanea. Ospitare nelle sale del Castello Campori le opere dell’artista toscano significa dunque offrire un’ulteriore, preziosa occasione di incontro con l’opera di un artista che Soliera propone rivolgendosi non solo ai suoi cittadini, ma ad una ben più vasta platea potenziale di visitatori.”

La mostra, aperta gratuitamente al pubblico da sabato 5 ottobre 2024 a lunedì 6 gennaio 2025, è allestita presso il Castello Campori, simbolo di Soliera: la fortezza medioevale nella sua lunga storia è stata abitata dalle potenti famiglie degli Este, dei Pio e dei Campori, che nei secoli l’hanno resa un’elegante residenza nobiliare; ora è diventata il Castello dell’Arte, una sede espositiva dedicata ai linguaggi artistici contemporanei, che ha ospitato mostre con artisti di primo piano nel panorama dell’arte italiana e internazionale. Il Castello dell’Arte ha arricchito anche il centro storico di Soliera con importanti installazioni, tra cui l’Obelisco per Cleopatra, imponente opera monumentale alta 14 metri progettata da Pomodoro che svetta all’ingresso e il grande arco triangolare Portale di Mauro Staccioli, attualmente installato in via Pietro Nenni.

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