Luca Signorelli: un viaggio virtuale negli affreschi del Duomo di Orvieto
Un’esperienza online inedita in occasione del V centenario dalla scomparsa di Luca Signorelli: l’intero ciclo di affreschi della Cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto è stato digitalizzato con tecnologia gigapixel e da oggi è fruibile online attraverso un visore immersivo a 360°.
Tra le opere del celebre “magister Lucas de Cortona”, il Giudizio Universale, ciclo di affreschi nella Cappella orvietana, realizzato tra il 1499 e il 1504, rappresenta senza dubbio uno dei vertici del Rinascimento italiano. La straordinaria fusione tra arte, fede e maestria tecnica è qui caratterizzata da un realismo vigoroso, una spiccata padronanza del disegno e una straordinaria capacità di rappresentare il corpo umano. Le figure dipinte da Signorelli nella Cappella di San Brizio sono dinamiche e potenti, con un’attenzione particolare ai dettagli anatomici.
Frutto della collaborazione tra l’Opera del Duomo di Orvieto e Haltadefinizione, tech company della casa editrice Franco Cosimo Panini, l’iniziativa rappresenta una vera rivoluzione nella fruizione e nella valorizzazione della Cappella di San Brizio, sfruttando le potenzialità della tecnologia digitale per offrire un’immersione nel capolavoro.
Grazie alla digitalizzazione in gigapixel e allo sviluppo di un visore immersivo a 360°, il pubblico può godere appieno di ogni dettaglio che, a causa delle dimensioni e della complessità delle composizioni, risulta difficile apprezzare a occhio nudo.
La campagna fotografica curata da Haltadefinizione ha interessato l’intera superficie dipinta della Cappella di San Brizio per un totale di circa 10.000 scatti. Attraverso il visore multimediale a 360° il visitatore può “entrare” virtualmente nella Cappella e selezionare l’affresco da scoprire in altissima definizione. Le sofisticate tecniche di ripresa consentono di ingrandire l’immagine decine di volte senza mai perdere risoluzione.
“La tecnologia permette di aprire nuovi orizzonti nell’ambito dell’arte e della cultura, e questa iniziativa è un esempio tangibile”, afferma Luca Ponzio, CEO di Haltadefinizione. “Grazie alla collaborazione con l’Opera del Duomo di Orvieto tutti avranno l’opportunità di esplorare questo capolavoro, dagli appassionati d’arte agli studiosi, o chiunque sia interessato potrà immergersi nella bellezza di Signorelli. Il nostro obiettivo è quello di preservare, valorizzare e diffondere il patrimonio culturale attraverso esperienze di fruizione che aprano nuove prospettive sulla conoscenza”.
“Luca Signorelli – commenta Andrea Taddei, Presidente dell’Opera del Duomo di Orvieto – ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama artistico italiano; il suo lavoro ha influenzato numerosi artisti e continua ad essere oggetto di studio e ammirazione. Grazie a questa iniziativa, da oggi gli affreschi possono essere apprezzati e studiati in modo approfondito da un pubblico globale, contribuendo alla valorizzazione ed alla diffusione del patrimonio storico-artistico-culturale e offrendo a tutti l’opportunità di immergersi nella bellezza e nella maestria di quest’opera straordinaria”.
Uno dei capolavori dell’arte italiana si trova nel Duomo di Orvieto, all’interno della Cappella Nova che, dal 1622, ha preso il nome di Cappella di San Brizio dopo che vi venne trasferita, in maniera definitiva, una tavola nota come Madonna di San Brizio particolarmente venerata in città.
Il 5 aprile 1499 Luca Signorelli firmò un primo contratto con l’Opera del Duomo di Orvieto per intervenire all’interno della Cappella e portare a termine il lavoro che era stato iniziato da Fra’ Giovanni da Fiesole, meglio noto come Beato Angelico, nel giugno del 1447. A Luca Signorelli fu affidato inizialmente il completamento delle vele. Poi con un secondo contratto, datato 27 aprile 1500, gli venne affidato l’incarico di dipingere l’intera cappella. Nel volgere di pochi anni il lavoro era completato, l’ultimo pagamento attestato risale infatti al 1504.
Il tema raffigurato è quello del Giudizio Universale e la scelta risale agli anni Quaranta del Quattrocento con ogni probabilità. Nella Cappella è raffigurato infatti Cristo Giudice – realizzato dal Beato Angelico – posto in alto, seduto su un trono di nuvole: alla sua sinistra, c’è la campata con la raffigurazione dell’Inferno e, alla sua destra, la campata con il Paradiso. Entrambe si devono a Luca Signorelli.
Le due campate, che s’incontrano appena entrati, sono occupate invece dalle storie dell’Anticristo e dalla Resurrezione dei corpi; la controfacciata della parete, su cui è situato l’ingresso, accoglie la raffigurazione del Finimondo. In questi tre spazi sono rappresentate le fasi che precederanno il Giudizio universale secondo le Sacre Scritture.
Il ciclo degli affreschi è stato letto secondo linee interpretative diverse, dopo essere andati alla ricerca delle numerose fonti d’ispirazione possibili: da vari testi della letteratura teologica, scritti in epoche diverse e più o meno noti, alla Divina Commedia di Dante Alighieri, che ha esercitato un’influenza notevole, alla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine. Centrali sono i Vangeli e, in particolare, quello di Matteo.
Va segnalato che nella cappella si conserva un autoritratto di Luca Signorelli: il pittore si è ritratto a margine della scena con le storie dell’Anticristo. È accanto a un personaggio che è stato identificato in maniera diversa: per alcuni studiosi potrebbe trattarsi del Beato Angelico; per altri di uno dei teologi che lo avevano affiancato nella scelta dei temi.