Il MASI Lugano presenta “e spesso intendo sempre”, la personale dell’artista Lucas Herzig, vincitore dell’edizione del Premio Culturale Manor Ticino 2022.

La mostra di Herzig, ospitata al secondo piano di Palazzo Reali, presenta una selezione di nuovi lavori tra installazioni, composizioni di oggetti trovati, video, disegni, sculture e bassorilievi – tutti realizzati per l’occasione. Ogni sala espositiva è caratterizzata da un’ambientazione particolare, curata nel dettaglio dall’artista. Giocando con la percezione del pubblico, i lavori di Herzig spingono a non fermarsi a una prima e facile lettura, ma a riflettere sulla differenza tra apparenza e realtà e quindi sull’inevitabile soggettività dell’interpretazione.

Nel primo ambiente della mostra il pubblico si trova circondato da una serie di opere composte da reperti archeologici; si tratta di resti di costruzioni in legno dei siti palafitticoli preistorici, rinvenuti nel 2010 durante gli scavi per il parcheggio dell’Opernhaus di Zurigo. Per alcuni anni Herzig ha infatti collaborato con gli archeologi del laboratorio di dendrocronologia, venendo a contatto con metodi e materiali che ha poi in parte reimpiegato nella sua ricerca. Nel videoproiettato in sala intitolato Schädlinge, gli stessi reperti sono filmati al microscopio svelando minuscoli organismi che divorano il legno e con esso informazioni storiche. Più in generale l’artista è interessato a oggetti naturali ed archeologici che possono diventare testimonianze di una possibile condizione precedente, per lui però mai certa o definitiva. Come spiega la curatrice Francesca Benini: “Le tracce che Herzig raccoglie e poi impiega nelle sue opere non sono indizi di verità passate, ma catalizzatori di verità possibili. Non ci sono certezze o interpretazioni sicure”.

La stessa scoperta e raccolta di oggetti è d’altra parte una pratica fondamentale nella ricerca dell’artista, chiaramente rappresentata nell’installazione e spesso intendo sempre che dà il titolo alla mostra. Attratto da ciò che ha un potenziale narrativo Lucas Herzig ha composto una sorta di Wunderkammer disincantata appendendo al muro lungo tutto il corridoio del secondo piano centinaia dei suoi oggetti trovati.

Nella seconda sala le opere Vola bass e schiva i sass! giocano con la percezione del pubblico: attraverso la tecnica della cartapesta, Herzig spesso imita strutture naturali, come appunto quelle dei sassi, che trasforma in oggetti molto leggeri, combinati talvolta con oggetti recuperati.

Nella sala al centro del percorso si è invece attratti da una serie di disegni intitolata I Do Care About Personal Growth: seducenti forme di ginocchia umane emergono da nebulose di colori. Ogni disegno, con una differente combinazione di toni e di segni impressi sulla carta e inquadrato in una spessa cornice di metallo, lascia i visitatori incerti sulla tecnica con cui l’artista li ha realizzati.

In occasione della mostra sarà pubblicato anche il libro d’artista “Safari”. Come suggerisce il titolo, attraverso un centinaio di fotografie si può seguire il viaggio dell’artista in diversi luoghi della Svizzera per lui significativi. Il libro contiene anche un testo introduttivo e un dialogo tra l’artista e Francesca Benini che, insieme al fotografo Mattia Angelini, ha seguito Lucas Herzig in questo speciale Safari, in cui ad essere osservati sono gli oggetti. Il progetto grafico del libro è di Enea Toldo, in collaborazione ed edito da tria publishing.

Share Button