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La Galleria Caldirola presenta la mostra Nel puro nero, a cura di Davide Di Maggio.
Le due artiste di diversa generazione, Julia Bornefeld e Nerina Toci, nonostante i distinti metodi di lavoro, operano entrambe affrontando l’interesse comune verso la coppia bianco e puro nero.
Julia Bornefeld reinterpreta lo spazio della Galleria, quasi mettendolo in dubbio. La collocazione di Knots, opera di corde di gomma e nylon neri cade sospesa come sospesa deve essere la preghiera a cui si riferisce. Composta dal modulo del nodo, questi trova in molte religioni del mondo un utilizzo originario come catena di preghiera e simbolo di continuità. Infatti l’opera è germinata a contatto con il monastero di Karthause in Val Venosta.
Nerina Toci ha realizzato per la prima volta, tra le altre opere, una grande installazione di otto metri dal titolo Dritë, sulla parete centrale della Galleria, un ritratto fotografico di grandi dimensioni, che decomponendosi in tanti frammenti sul muro, come una sorta di esplosione primordiale, un Big Bang, diventa un generatore di esistenza.
La connessione permette loro di estendere a costruire una casa della coesistenza delle differenze, dove il loro intervento diretto sullo spazio umano, nella nicchia esistenziale che ognuno di noi si costruisce, diviene la condizione di partenza.
Il lavoro delle due artiste è fondante e carico di significati perché sposta l’attenzione sulla funzione reale piuttosto che estetica dell’arte. Non più un’arte solo esistenziale, autoreferenziale o che rappresenti la realtà, ma un’arte che duri nel tempo, navigando incolume nei mari in tempesta dei cambiamenti delle società, delle epoche e del pensiero.
Nella mostra, si creano così campi non minati, una coesistenza pacifica tra i lavori, che superano barriere territoriali, mentali, architettoniche, e diventano il frutto di una elaborazione positiva e complessa che ha portato alla loro realizzazione.

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