Negli spazi del MAR – Museo d’Arte della Città di Ravenna, nell’ambito della mostra Prodigy Kid | Francesco Cavaliere – Leonardo Pivi, arte contemporanea e arte antica si incontrano e si influenzano reciprocamente.

La mostra, realizzata grazie al prezioso sostegno della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Romagna Acque, della Regione Emilia-Romagna, de La Cassa di Risparmio di Ravenna e del Programma POR FESR Emilia-Romagna 2014/2020 – Asse 6 – Azione 2.3.1. “Città attrattive e partecipate”, a cura di Daniele Torcellini, è suddivisa in tre sezioni. Le prime due sono dedicate ad una selezione di opere realizzate autonomamente dagli artisti, nel corso delle loro attività personali. La terza è dedicata alle serie di lavori realizzate in collaborazione e include uno speciale nucleo di opere di epoca romana e rinascimentale, in stretto dialogo con la produzione degli artisti. Dal 2018, Francesco Cavaliere e Leonardo Pivi fanno convergere le loro pratiche in un lavoro condiviso, stratificato e ricco sia dal punto di vista dei significati, sia dal punto di vista dei media, con una predilezione per installazioni di mosaici, sculture e oggetti, animate da azioni performative, parole narrate e scritte, esplorazioni sonore.

La più recente serie di lavori inediti del duo è ispirata ad una nota leggenda che riguarda la città di Ravenna: la nascita di una creatura affetta da gravi deformità fisiche, avvenuta nel mese di marzo del 1512, il cosiddetto Mostro di Ravenna. Nel contesto sociale, politico e culturale dell’epoca, che vede riemergere le arti divinatorie, il Mostro è interpretato come presagio della sanguinosa battaglia che proprio nella città romagnola si sarebbe combattuta di lì a poco, tra la Lega di Cambrai e la Lega Santa. Nell’arco di poco tempo, la notizia della nascita si diffonde prima a Roma, poi nel resto d’Europa, attraverso testimonianze scritte, dipinti, disegni e incisioni.

Eccezionalmente in mostra un suggestivo disegno di Leonardo da Vinci, ora parte del Codice Atlantico e conservato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano; si tratta di una testimonianza di grande fascino che rappresenta una creatura ibrida largamente aderente alla descrizione del Mostro di Ravenna, per come ne dà nota lo speziale fiorentino Luca Landucci nel suo diario, alla data dell’11 marzo 1512. Accanto a questa preziosa pagina, trova spazio in mostra l’edizione a stampa di un disegno acquerellato di Ulisse Aldrovandi, pubblicata nel volume postumo, Monstrorum historia cum Paralipomenis historiæ omnium animalium, dove sono presentati i due principali modelli iconografici attraverso cui la leggenda è stata tramandata.

Come le parole e le immagini dell’epoca hanno dato forma e significato ad un corpo ibrido e non conforme ai canoni, così oggi, Cavaliere e Pivi trasfigurano il Mostro di Ravenna in Prodigy Kid, muovendosi tra reale e immaginario e interrogandosi su cosa possa significare essere un bambino o una bambina prodigio, oggi.

Il disegno di Leonardo da Vinci e la stampa dalla tavola di Aldrovandi sono accompagnati, in mostra, da altre opere antiche, per un dialogo, intessuto con cura dagli artisti, tra passato e presente; tra tracce della storia, talvolta enigmatiche, talvolta eccentriche, alla ricerca di strade poco battute, e le infinite possibilità di ridefinizione immaginifica che si possono innescare, quando le testimonianze del passato sono riattivate nel presente di una mostra d’arte contemporanea. Nelle sale del MAR – Museo d’Arte della Città, sono infatti esposti alcuni reperti conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, databili tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C., che amplificano ed estendono la serie di opere dedicate al Mostro di Ravenna. Tra queste, un mosaico raffigurante una Sirena con amorino; un affresco che ritrae la divinità egizia Bes; un Putto in bronzo con maschera; un particolare di fontana raffigurante un cane ululante.

Infine, tra le presenze di importanti reperti archeologici in mostra si segnala il mosaico cosiddetto di Anubi, conservato presso il Museo della Città di Rimini e risalente al II-IV secolo. Raffigurante una

misteriosa creatura cinocefala tra animali reali e fantastici, l’opera, parzialmente lacunosa, è il fulcro attorno a cui si è sviluppata, nel 2019, la serie di lavori Anubis vs Baboon, interamente riproposta in mostra.

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