È stata presentata nella Hospital street del Papa Giovanni XXIII di Bergamo l’opera d’arte “Reperto: come un seme che si apre a nuova vita” di Renzo Nucara, donata dall’associazione Nepios onlus all’ospedale cittadino. 

L’opera, 2 metri di altezza per 3 di lunghezza, ricorda la forma di un seme oppure un gigantesco chicco di caffè schiacciato in punta. Si presenta sotto forma di una coppia di semicerchi affusolati, disposti lungo un asse di simmetria rappresentato da un solco. L’opera è realizzata in forex e resine, su cui sono addensati pigmenti e graniglie. 
I “Reperti” sono opere che rimandano all’idea di un oggetto già corroso dal tempo. La serie caratterizza la produzione artistica nucariana dagli anni 90 fino al 2002, proprio agli albori del progetto parallelo sviluppato con il gruppo Cracking Art, che ha reso celebre l’arte di Renzo Nucara e il suo messaggio artistico che coniuga impegno ecologico e sociale. 

Nella visione dell’artista l’opera intende celebrare la rinascita “come un seme che si apre a nuova vita”. La location scelta è tutt’altro che casuale: il reperto si staglia infatti, bene visibile grazie alle sue grandi dimensioni, sulla facciata interna dell’ospedale, nei pressi della Torre 4, dove si trovano le degenze dei reparti che ospitano in ricovero pazienti adulti trapiantati di fegato e di polmone o che hanno subito importanti interventi chirurgici. Per loro il ricovero in ospedale può rappresentare una vera e propria opportunità di ritorno ad una nuova vita. 

“Renzo Nucara è un artista che dona una o più opere ogni anno a Nepios in occasione della mostra ‘Gli Artisti Bergamaschi per Nepios’, contribuendo in tal modo a sostenerne i progetti, ormai ventennali, in partnership con la ASST Papa Giovanni XXIII, in particolare a favore della Neuropsichiatria Infantile e del Centro per il Bambino e la Famiglia – ha spiegato Tullia Vecchi, Presidente di Nepios -. È nata un’amicizia e una stima reciproca e, quando Renzo Nucara ha espresso il desiderio di donare a Nepios l’opera ‘Reperto’, subito abbiamo pensato che il luogo giusto per l’opera sarebbe stata la ASST Papa Giovanni, proprio per il profondo significato che rappresenta: un seme che si apre per creare una nuova vita, un monito di speranza per tutti noi e per le persone che si trovano a transitare per diversi motivi nelle corsie dell’ospedale. Un monito di speranza per tutti e anche per quei bambini che hanno cominciato la loro vita in salita, perché nati prematuramente, perché soffrono di disabilità fisiche o cognitive o maltrattati. Crediamo che le famiglie di questi bambini non dovrebbero mai essere lasciate sole ma dovrebbero trovare fin dai primi sintomi e dubbi risposte sanitarie e psicologiche capaci di curare ferite profonde e limitazioni che spesso li accompagneranno per tutta la vita. I genitori devono affrontare percorsi di cura lunghi, perché questi bambini hanno moltissimi bisogni e non vanno mai lasciati soli e quando questi ultimi hanno un vissuto difficile occorre essere a fianco dei loro figli”.

“L’aprirsi a nuova vita’ è un’aspirazione che tutti gli umani dovrebbero avere – è il pensiero di Renzo Nucara -. Preferibilmente come voglia di rinnovarsi lungo la propria esistenza o in casi meno fortunati come superamento delle difficili prove che il nostro corpo a volte ci impone con la malattia fisica e la nostra mente con i disagi mentali. L’opera si rivela allora come un segnale di speranza, come un nuovo mondo, che non viene né dal passato né dal futuro. Ma è qui adesso, per vivere il presente che è la cosa più importante e più difficile”.

“Grazie a Nepios e alla sua Presidente Tullia Vecchi, amica e sostenitrice del Papa Giovanni XXIII che ha scelto di donare alla nostra azienda quest’opera, che va ad aggiungersi alle altre opere di arte contemporanea che custodiamo – ha commentato Maria Beatrice Stasi, Direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII -. Sono opere che simbolicamente abbracciano le 10mila persone che si stima ogni giorno siano presenti presso l’Ospedale di Bergamo, tra pazienti, visitatori, volontari, studenti, tirocinanti e operatori che al Papa Giovanni lavorano per dare una risposta qualificata e personalizzata ai bisogni di salute. E grazie a Renzo Nucara che ha condiviso la scelta di esporre quest’opera così densa di significati in questo ospedale”.

L’Ospedale Papa Giovanni XXIII custodisce importanti opere di artisti contemporanei che hanno scelto il Papa Giovanni per esporre i loro lavori: è il caso di Alberto Garutti con l’opera di ‘Ai Nati oggi’ nelle sale parto, Yan Pei-Ming e il quadro dedicato a Papa Giovanni XXIII nella strada principale dell’ospedale, Manuel Bonfanti con il progetto di arte pubblica “The TUBE-ONE”, Francesco Pedrini e il suo Fukinagashi, Primo Formenti con l’opera “Racconto”, Michelangelo Pistoletto con il Terzo Paradiso realizzato nel parco interno all’ospedale e l’installazione sonora “Canone infinito” di Lorenzo Senni nei corridoi delle terapie intensive. 

Nel 1993, con altri cinque artisti, fonda la Cracking Art con la quale partecipa alla Biennale di Venezia del 2001 con l’installazione “S.O.S World” composta da 1.500 tartarughe dorate. Ultimamente col Gruppo sta realizzando installazioni in Cina ed Europa. Dal 2018 la sua ricerca artistica lo porta nel mondo della Cryptoart realizzando Nft il cui soggetto alterego è Monky, una scimmia che intende essere un “evidenziatore” delle contraddizioni umane.

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