Presentata la mostra fotografica “Criminis Imago”: 50 anni di criminalità a Bologna negli scatti di Breveglieri e Ferrari
Apre domani all’Oratorio di Santa Maria della Vita la mostra “Criminis Imago. Le immagini della criminalità a Bologna” organizzata da Genus Bononiae. Musei nella città, in collaborazione con la Procura della Repubblica di Bologna, la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri. Attraverso 100 fotografie in bianco e nero, a cui si aggiungono immagini tratte dagli archivi della Polizia Scientifica, il percorso espositivo racconta mezzo secolo di crimini e processi a Bologna e in Emilia-Romagna, attraverso lo sguardo dei fotografi bolognesi Walter Breveglieri e Paolo Ferrari. Un lavoro di documentazione puntuale, da reporter, che si sposta dai luoghi del delitto alle aule dei tribunali. La mostra racconta, infatti, non solo crimini commessi all’ombra delle due torri – e che hanno segnato la storia nazionale – ma anche delitti consumati in altre città ed approdati poi a Bologna in Cassazione. Breveglieri e Ferrari si trovarono ad essere testimoni di alcuni dei fatti più importanti della storia italiana, che immortalarono col piglio dell’inviato sul campo, tanto che Ferrari dirà poi “Pensavo di lavorare per la cronaca, e invece lavoravo per la storia”.
Partner della mostra è la casa editrice Minerva di Bologna, proprietaria dell’Archivio Fotowall di Walter Breveglieri, che – in occasione di questa esposizione – ‘dialoga’ idealmente con l’Archivio Ferrari, acquisito nel 2015 da Genus Bononiae.
L’iniziativa è curata dal Procuratore Capo di Bologna Giuseppe Amato e da Marco Baldassari, responsabile dell’Archivio Ferrari di Genus Bononiae. Il comitato scientifico si avvale dell’esperienza di Carlo Lucarelli, autore assieme a Susi Pelotti e Luigi Stortoni dei testi che accompagnano il catalogo, realizzato con tutte le immagini della mostra.
Le immagini dei due fotografi sono articolate in sezioni. Si inizia con gli scatti di Breveglieri, che ci riportano, tra le altre, le storie della Banda Casaroli, che nell’autunno del 1950 seminò terrore e morte: una storia che sedusse il regista Florestano Vancini, il quale dedicò un film alla vicenda. Tra i fatti delittuosi che accesero il dibattito pubblico del tempo anche quello dell’ambasciatore Ettore Grande, accusato di aver ucciso la consorte a Bangkok, condannato a Torino, poi assolto in Assise a Bologna nel 1951; quello di Rina Fort, accusata dell’assassinio della moglie e dei tre figli del suo amante, processo che giunse in Corte di Cassazione a Bologna nel 1952, e l’assassinio di Ombretta Galeffi per mano del marito Carlo Nigrisoli, condannato in primo grado all’ergastolo per l’avvelenamento della donna.
Si prosegue con le fotografie di Ferrari: le immagini drammatiche delle Stragi dell’Italicus, del Rapido 904 e della Stazione di Bologna scattate il 2 agosto 1980, fino ad arrivare ai numerosi omicidi dei fratelli Savi, tristemente famosi come la Banda della Uno Bianca. E ancora il luogo dell’omicidio di Francesca Alinovi e il ritrovamento della salma di Angelo Fabbri, ricompresi nella troppo disinvolta definizione di ‘delitti del Dams’, e il drammatico sequestro dell’imprenditore bolognese Eugenio Gazzotti, il terrorismo con i processi ad Ordine Nero e a Prima Linea, Giusva Fioravanti e Francesca Mambro.
“Pure in un momento particolarmente difficile e delicato, causato dall’emergenza sanitaria, inauguriamo una nuova mostra, che restituisce al visitatore la storia per immagini della seconda metà del Novecento di Bologna. Fatti delittuosi compiuti e giudicati nella nostra città negli ultimi 50 anni, ma anche crimini commessi altrove e approdati a seguito dell’iter giudiziario alla Corte di Appello di Bologna – commenta Fabio Roversi-Monaco, Presidente di Genus Bononiae. Musei nella città. “Il mondo della cultura è stato fortemente colpito dal primo lockdown e mi auguro che i musei non siano coinvolti in nuove chiusure, anche in considerazione del fatto che sono tra i luoghi più sicuri per i cittadini, per il pieno rispetto delle norme sanitarie e del distanziamento.”
“Sono orgoglioso che le immagini dell’archivio Walter Breveglieri siano uno dei due cardini su cui si fonda questa importante e pregevole mostra – afferma Roberto Mugavero, editore di Minerva – Le fotografie che potrete vedere in questa galleria fotografica non sono solo la testimonianza di fatti di cronaca nera che sconvolsero Bologna e l’Italia intera, ma sono anche la testimonianza dell’attenzione e della grande professionalità di due importanti fotoreporter della nostra città, capaci con mezzi ora ormai in disuso di immortalare scene del crimine che altrimenti oggi non avremmo potuto visivamente ricordare”.
Il percorso di mostra accoglie anche alcuni oggetti d’epoca: macchine fotografiche, un banco ottico del 1903 della Polizia Scientifica, divise storiche delle forze dell’ordine, fino alle moto e auto della Polizia e dell’Arma dei Carabinieri- tra cui una Topolino del 1939 e una Giulietta del 1961 – esposte nel cortile di Palazzo Pepoli. Museo della Storia di Bologna e parte del Circuito Genus Bononiae.
Durante il periodo di mostra la Cineteca di Bologna sosterrà l’esposizione con la programmazione di una rassegna di film a tema.
Il catalogo della mostra, con tutte le fotografie esposte, è edito da Edizioni Minerva.
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