Prime opere dalla Collezione Stramezzi
Sabato 22 aprile alle ore 17:30, presso la Pinacoteca del Museo Civico di Crema e del Cremasco inaugura la seconda edizione di Depositi esposti, rassegna con la quale anche il Museo di Crema, allineandosi a quanto già sperimentato da altre realtà museali, intende ciclicamente dare visibilità a parte delle raccolte celate nei propri depositi. Il tema di quest’anno è Prime opere dalla collezione Stramezzi,in quanto si è deciso di ritornare a parlare della figura di Paolo Stramezzi e della sua leggendaria raccolta d’arte.
Sul collezionista cremasco si è già detto molto in occasione della mostra organizzata lo scorso anno per presentare alla città il pregevole gruppo di opere appartenute alla sua collezione, circa una sessantina di dipinti, che gli Eredi di Marina Stramezzi, nipote di Paolo, hanno deciso di concedere generosamente al nostro Museo a fine 2021, attraverso un comodato gratuito.
Ora l’occasione di poter togliere ed esporre nuove opere dai depositi ben si presta per dare maggior spazio e meglio approfondire pure quel nucleo della sua collezione che lo stesso Paolo Stramezzi, negli anni Sessanta del secolo scorso, decise con grande liberalità prima di dare in prestito e poi di donare definitivamente all’istituzione museale cremasca da poco aperta al pubblico.
Delle trentasei opere, pervenute in Museo nel 1963 e regalate nel 1966, oggi solo diciassette, per mere ragioni di spazio e di coerenza espositiva, fanno parte del percorso permanente, mentre circa la metà della donazione è invece ordinariamente ricoverata nei depositi. Proprio con questa mostra si vuole dare al visitatore l’opportunità di ammirare riunita in Pinacoteca la serie completa dei dipinti giunti grazie alla munificenza di un privato cittadino e di un grande collezionista d’arte.
Inaugura l’esposizione, che segue un ordine prettamente cronologico, Madonna in trono con il Bambino di Tomaso Pombioli, un dipinto appartenente alla prima produzione dell’artista e che alla Perletta – la villa suburbana nel quartiere di San Bartolomeo ai Morti eletta da Paolo Stramezzi a residenza privata – sappiamo essere stato collocato nella cappella.
Seguono a questo ben quindici lavori, tutti di Eugenio Giuseppe Conti, con in testa due bellissimi ritratti di donna risalenti al XIX secolo: Ritratto di Zita Francioli, datato tra il 1880 e il 1885 e acquistato nel 1938 per mezzo del restauratore Alfredo Laini; Ritratto di giovane donna, risalente molto probabilmente agli stessi anni e comprato da Paolo Stramezzi nel 1937 dalla figlia del pittore, Clorinda.
Estremamente interessante di Conti è poi un nucleo di dieci bozzetti realizzati come studi preparatori per dipinti o cicli decorativi più ampi. Di questi, sempre provenienti nel 1937 dalla figlia Clorinda, sono: Angelo dell’Apocalisse, datato attorno al 1886 e studio per la decorazione del timpano della cappella centrale del cimitero di San Bernardino a Crema; Fuori di pericolo, un piccolo modelletto per una tela più ampia presentata nel 1891 a Milano alla Prima Esposizione Triennale presso l’Accademia di Brera e oggi conservata a Crema dalla famiglia Allocchio, ma anch’essa esposta in mostra grazie alla cortesia dei proprietari che l’hanno concessa in prestito; Sant’Ambrogio, un bozzetto quadrato con il santo iscritto entro un clipeo, destinato a parte della decorazione eseguita dal pittore cremasco nel 1897 all’interno del tiburio della basilica di Sant’Ambrogio a Milano; Madonna in trono con il Bambino, del quale ci è oscura la destinazione e di conseguenza risulta più incerta la datazione; Madonna assunta, studio per l’affresco realizzato nel 1902 per l’oratorio di Santa Maria di Cremosano, purtroppo oggi molto deteriorato.
Altri cinque bozzetti esposti, comperati invece nel 1937 da un Crivelli, raccontano la storia di una decorazione mancata: furono infatti approntati prima del 1892, come ricorda anche sul retro un’iscrizione del pittore abbastanza sibillina, per un’ornamentazione mai eseguita delle volte del Duomo di Crema. Essi raffigurano: un Profeta non meglio identificabile; San Pietro apostolo; San Paolo apostolo, Sant’Andrea apostolo; San Giovanni evangelista.
Chiudono il gruppo delle opere di Conti tre ritratti già del XX secolo: Ritratto di Giacomo Mantegazza in costume, datato tra il 1900 e il 1905 e comprato nel 1937 dalla figlia del pittore; Ritratto del signor Poma, datato agli stessi anni e comprato sempre dalla figlia del pittore; La romana (Donna in costume romano), databile pure esso agli inizi del Novecento.
La rassegna si conclude con l’Isola Comacina di Carlo Martini, una veduta del lago di Como realizzata attorno al 1937 e acquistata da Paolo Stramezzi nel 1942 a Milano alla mostra personale del pittore presso il Palazzo della Permanente.
In totale le opere tolte dai depositi ed esposte sono dunque diciassette. A esse si aggiunge, come detto proveniente dalla collezione Allocchio di Crema, il bellissimo dipinto Fuori di pericolo di Eugenio Giuseppe Conti, collocato in mostra accanto all’omonimo bozzetto per consentire un suggestivo raffronto. Le altre opere afferenti al deposito del 1963 e donazione del 1966, sempre esposte, sono riconoscibili nell’allestimento permanente grazie alla scritta ‘Collezione Stramezzi’ posta di fronte a esse sul pavimento.
La mostra, curata dal conservatore, Alessandro Barbieri, e da Elisabetta Macalli e Francesco Pavesi, giovani studiosi che hanno deciso di dedicare il proprio Servizio Civile ai beni culturali, sarà visitabile sino a domenica 18 giugno negli orari di apertura del Museo.
Depositi esposti. Prime opere dalla collezione Stramezzi al Museo Civico di Crema e del Cremasco è accompagnata da un catalogo a cura di Alessandro Barbieri, Elisabetta Macalli e Francesco Pavesi realizzato dalle Edizioni Museo Civico Crema.