Prosegue il progetto Sundance di Mario Vespasiani
Il progetto Sundance di Mario Vespasiani prosegue la serie di opere portate ad espandere il confine immobile del quadro. Sono lavori inscritti in un quadrato nero che si prestano a manifestarsi sia dentro che al di fuori lo spazio espositivo, in una sorta di danza, il cui il moto si riferisce ad alcuni fenomeni solari. Le opere, come è sempre avvenuto nella ricerca di Vespasiani leggono i tempi in chiave visionaria e simbolica, suggerendo a partire dai titoli, dalle tematiche e dai colori utilizzati un’impronta che adotta e comunica precisi codici.
Dodici esemplari unici, formati da contenitori neri progettati dall’artista e inseriti a loro volta in altrettante scatole nere che presentano sulla parete frontale dei tessuti sui quali Vespasiani ha dipinto in precedenza. Significativi anche nell’uso della geometria, questi lavori si aprono svelando tonalità fluide, di cieli dalle luminosità particolari sui quali si staglia un sole nero. E così le opere diventano oggetti fluttuanti, da sistemare come sculture o da utilizzare come borse, con tanto di maniglie a scomparsa, che palesano il significato che si compie nel movimento, dunque nella danza rituale più che nella consueta osservazione fissa di qualsiasi manufatto artistico piatto.
Mario Vespasiani si riferisce al Sole nero o al Sol niger, quale simbolo ricorrente in alchimia spesso riferito allo stadio iniziale della grande opera ovvero alla nigredo prima di tre fasi alchemiche che equivale al principio dell’arte. In un momento di grandi incertezze, Mario Vespasiani si appella ad una più armonica concezione del mondo, in cui l’uomo diventi più sensibile all’ascolto della sua voce interiore per tendere all’elevazione dello spirito, rispettando i tempi della creazione e contribuendo attraverso il proprio impegno alla pienezza di una crescita in sintonia con le leggi naturali.
Il richiamo al sole nero può essere inteso nell’interpretazione di alcune profezie, sia come una colpa da redimere che ad una rinascita in senso spirituale la cui controparte viene raffigurata in un astro oscuro, come a dire di voler essere percepibile solo agli occhi dell’anima, prima di rendersi esplicita. Queste nuove opere, ponendosi in un contesto generale di inattesi e veloci cambiamenti antropologici, indicano una fruizione molteplice, che amplifica la componente fondamentale del quadro, non solo da osservare a distanza ma da toccare e attraversare. Con Sundance l’autore conduce ad una visione dentro l’altra, ad un ipercubo quale via per una rinascita cosmica. Un’opera che ingloba se stessa e che attira con la sua luce nera al suo interno, come ad aprire un passaggio dimensionale.
La presentazione delle opere avverrà dal 23 dicembre online sui canali social dell’artista.
In base alle regole nazionali imposte dall’emergenza sanitaria, l’inaugurazione non avviene dal vero ma si trasforma in un evento ad episodi sul web.
In caso di un allentamento delle misure di contenimento, fino al 31 gennaio 2021 le opere saranno visibili presso lo spazio One Lab Contemporary.
Mario Vespasiani nasce nel 1978. Inaugura la prima mostra non ancora ventenne e ad oggi ha esposto su tutto il territorio nazionale, in gallerie, musei, luoghi di culto e in contesti inusuali. Nel corso del tempo la sua ricerca ha interessato anche studiosi di discipline che vanno dalla teologia all’astrofisica, dall’antropologia alla filosofia. Si esprime attraverso un alfabeto simbolico che si fonda sulle rivelazioni della mistica cristiana e sulla pratica alchemica della pittura. Attento osservatore delle leggi naturali e degli insegnamenti della sapienza orientale, il suo lavoro va inteso come continuazione dell’opera creativa universale, da cui cogliere il sentimento spirituale. Espone giovanissimo ai Musei Capitolini di Roma con la mostra Gemine Muse, a 27 anni vince il primo Premio Pagine Bianche d’Autore, figura nel libro Fragili eroi di Roberto Gramiccia, sugli artisti italiani del futurismo ad oggi e sul Dizionario dell’Arte Italiana edito da Giancarlo Politi. Per essere stato tra i primissimi artisti ad aver impiegato la sua impronta pittorica ai nuovi materiali e alle recenti tecnologie, viene inviato nel 2012 dall’Accademia di Belle Belle Arti di Macerata a tenere una conferenza dal titolo: L’essenza e il dono. Arte, relazione e condivisione, dalla tela all’iPad. Nello stesso anno con le opere realizzate mediante l’iPad ed applicate su alluminio partecipa al Premio Termoli e di seguito alle storiche rassegne d’arte nazionali: nel 2014 al Premio Sulmona, nel 2015 al Premio Vasto, nel 2018 al Premio Marche. Durante la sua carriera le sue opere sono state poste in dialogo diretto con alcuni maestri dall’arte italiana, quali Mario Schifano, Osvaldo Licini, Lorenzo Lotto e Mario Giacomelli, in mostre intitolate La quarta dimensione. Ha esposto nel 2011 al Padiglione Italia della Biennale di Venezia curato da Vittorio Sgarbi nella sede di Torino e qui con Imago Mundi alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Dal 2013 lavora a Mara as Muse, un progetto composto da dipinti, disegni, fotografie, libri e oggetti d’arte, che tratta del rapporto della presenza femminile nell’ispirazione artistica, la cui trilogia è stata presentata a fine 2017 alla Galleria d’Arte Moderna di Roma. Nel 2015 realizza delle opere in pura seta intitolate Storie di viaggiatori, territori e bandiere che espone come fossero vessilli, la cui performance si tiene nella Pinacoteca civica di Ascoli Piceno e in un happening sulla cima di un’antica torre. Nel mese di maggio esce Planet Aurum il suo primo libro interamente dedicato agli scritti e nello stesso anno la città di Fermo lo invita a dipingere il Palio dell’Assunta collegato alla personale Empireo. Nel 2016 è l’ideatore del festival sul pensiero contemporaneo La Sibilla e i Nuovi Visionari. Nel 2017 è stato in mostra a Venezia e Monaco di Baviera nella collettiva Our place in space promossa da NASA ed Esa che prosegue nel 2018 in un tour mondiale. Nello stesso anno organizza Indipendenti, Ribelli e Mistici, una rassegna di incontri interculturali che ha coinvolto numerosi studiosi provenienti da vari ambiti. Sempre nel 2017 il Museo Storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle ha celebrato il quarantennale con la sua mostra personale dal titolo Fly Sky and Air. Nel 2018 inaugura la mostra Lepanto dedicata alla famosa battaglia, nel Museo Diocesano di Gaeta dove è conservato lo stendardo della flotta. Nel maggio 2019 è stata presentata al Museo d’Arte Contemporanea di Roma (MACRO) la quarantesima pubblicazione dedicata al suo lavoro. Nello stesso anno si tiene la mostra Underworld dedicata al tema dell’inconscio visto attraverso la metafora delle creature marine, successivamente si sono svolte le personali dal titolo Il tempo dei trentasei giusti a Villa Caldogno nel vicentino e al Museo Michetti in Abruzzo, la mostra Eschatology, opere monumentali sul mistero ultimo. Nel 2020 durante l’emergenza sanitaria globale, si è dedicato al progetto artistico-sociale Per aspera ad Astra, attraverso il quale è riuscito a coinvolgere un pubblico internazionale mediante l’uso dei social network, invitando chiunque a descrivere il periodo del lockdown con fotografie di dettagli astratti del contesto quotidiano. Nel mese di luglio ha tenuto dei laboratori dal titolo: Cavalcare la tigre, incontri sull’arte e sul coraggio, diretti a stimolare il pensiero creativo ed etico degli adolescenti, i soggetti più colpiti a livello psicologico dalla pandemia. Nel mese di settembre è stato invitato al XXV Premio Cimitile di Napoli con un dipinto di quasi 10 metri di lunghezza per 2 metri di altezza. A ottobre inaugura presso l’Archivio di Stato di Pesaro una mostra dal titolo: Ritratti – sguardi ed anime dedicati ai grandi uomini della cultura, apprezzati dall’artista e scomparsi nel 2020.
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