Arte e scienza ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso con “Quintessence”, un’installazione permanente realizzata all’interno dei Laboratori stessi da Enrico Magnani, artista visivo con un passato da ricercatore scientifico, che si propone di sviluppare e promuovere l’interazione tra il mondo della scienza e il mondo dell’arte per una nuova visione e comprensione dell’Universo.

L’artista, che ha esposto le sue opere in numerosi musei, fondazioni, gallerie private e istituzioni sia negli Stati Uniti che in Europa, tra cui il CERN di Ginevra, intende facilitare attraverso la pratica artistica l’accesso a concetti complessi, trasposti in forme immediate e comprensibili a tutti, e allo stesso tempo valorizzare l’intuizione come chiave per avanzare nell’ignoto.

A due anni di distanza dalla sua installazione, a causa della complessa situazione che il mondo ha dovuto affrontare, il progetto “Quintessence” è stato presentato ufficialmente al pubblico l’11 ottobre 2022, alla presenza di Ezio Previtali, direttore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso.

L’opera si configura come una rappresentazione artistica della fisica astro particellare. Supernove, Materia Oscura e Neutrini, alcuni fra i temi più attuali e affascinanti della cosmologia e della fisica contemporanea, sono oggetto di ricerca dei Laboratori del Gran Sasso e vengono qui interpretati da Magnani tramite il linguaggio creativo e intuitivo dell’arte.

“Quintessence” si sviluppa su cinque pareti della Divisione Ricerca dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso. Quattro pareti di cinque metri per due ospitano altrettante installazioni dedicate ai quattro elementi della tradizione ellenica e in parallelo alle quattro forze fondamentali che governano l’Universo; la quinta parete, di forma irregolare, ospita un’installazione circolare di tre metri di diametro dedicata alla Materia Oscura. Un’icona e al tempo stesso un augurio da parte dell’artista alla soluzione di questo grande mistero cosmico e all’unificazione delle forze fondamentali.

Per la realizzazione delle opere presenti nell’installazione, l’artista ha sfruttato gli effetti della fluido-dinamica, senza toccare l’opera con le mani, con i pennelli o con altri strumenti. Questa originale tecnica si ispira e tenta di riprodurre, con tutti i limiti del caso, la dinamica delle esplosioni stellari.

Le opere della serie “Dark Matter“, in aggiunta, contengono uno sfondo creato con un pigmento fosforescente che al buio emette luce giallo-verde, luce che filtra attraverso le forme create dal pigmento tradizionale, producendo così, a livello ottico, una nuova opera d’arte completamente diversa dalla precedente e suggerendo un cambio di paradigma e un nuovo modo di vedere le cose.

«Spegnendo la luce – spiega Enrico Magnani – vedi qualcosa di nuovo di cui non avevi idea. Ho trovato l’analogia con la Materia Oscura molto pertinente: la materia fosforescente è presente nell’opera, ma non la percepiamo usando la luce, abbiamo bisogno del buio; dobbiamo cambiare il paradigma. Anche noi siamo circondati dalla Materia Oscura che però non vediamo: toccherà alla scienza trovare lo strumento e quelle condizioni che ci permetteranno di individuarla utilizzando un modo nuovo di guardare il mondo».

Catalogo disponibile in loco con testi di Ezio Previtali, Stefano Ragazzi e Alba Formicola.

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