Renata Fabbri annuncia Prima che la notte cada, la terza mostra personale di Sophie Ko in galleria. Il progetto presenta una serie di inedite Geografie Temporali, opere scultoree e lavori fotografici che si confrontano con il tempo nella sua relazione con la materia – caducità e forza di resistenza – tematiche da sempre al centro dell’opera dell’artista.

Realizzate con stratificazioni di pigmenti e ceneri contenute all’interno di grandi cornici geometriche, le Geografie temporali di Sophie Ko si presentano come disegni del tempo che si insediano in un luogo, immagini spaziali del rapporto dialettico che intratteniamo con il tempo. Fondamentale, in questa serie di lavori, è l’agire della forza di gravità che, attraverso impercettibili crolli e smottamenti della materia, muta incessantemente la composizione del quadro, segnando in superficie il trascorrere inesorabile del tempo. Come una clessidra che svuotandosi lentamente accumula sabbia sul fondo dell’ampolla, così le Geografie temporali trasfigurano l’irreversibilità del tempo e, simultaneamente, il “prendere forma” dell’esistenza nel suo stesso scorrere.
In questa nuova mostra, frammenti di un corpo celeste punteggiano gli ambienti della galleria, invitando l’osservatore a immaginare di ricostruirne l’integrità. Forse sono i resti di un’esplosione stellare, forse ci troviamo di fronte al principio di creazione di un astro. La fine del ciclo vitale di una stella e, al tempo stesso, la sua genesi. Appartenenti alla serie Geografie temporali, queste schegge irregolari sembrano tendere le une verso le altre, per essere ancora una volta unite insieme.

In alcuni punti della galleria, collocate sul pavimento, incontriamo delle sculture in bronzo ottenute accoppiando delle foglie a frammenti di corteccia e trasformando così le prime in vele e i secondi in scafi. Queste semplici imbarcazioni sono l’esito di un gesto originario e senza tempo, come il gioco di un bambino, ma in cui si riconosce in nuce il fare artistico dell’essere umano: la sua capacità di conoscere il mondo trasformandolo, dando forma spirituale alla materia.
Il progetto espositivo si conclude con la rappresentazione di due mani appoggiate sulla superficie di uno scanner. L’immagine evoca lo stupore infantile di fronte alla scoperta di un fascio luminoso che, scivolando per pochi pochi istanti sulle cose, fissa  mimeticamente la realtà riproducendola, per poi cadere nuovamente nel buio, come una stella cadente che velocemente scompare davanti ai nostri occhi. Prima che la notte cada èun invito a guardare con meraviglia quello scintillio prima che tutto intorno a noi diventi, ancora una volta, oscuro; è un tentativo di ri-orientare lo sguardo verso il tempo, pensandolo non solo come esaurirsi dell’esistenza, ma come crescere della vita che resiste alle forze distruttive del tempo. Così questo passaggio tratto dai Quaderni di Malte Laurids Brigge di Rainer Maria Rilke può essere inteso come il testo guida della mostra di Sophie Ko: «Noi passiamo, così, e mi sembra che tutti siano distratti e occupati e non prestino la giusta attenzione al nostro passare. Come se cadesse una stella e nessuno la vedesse e nessuno formulasse per sé un desiderio».

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