Souvenir: a Biella la mostra di Beatrice Pasquali
Una mostra inedita site-specific, pensata appositamente per gli spazi della galleria BI-BOx Art Space a Biella. Dalle enormi tavole in legno alle installazioni di vetro soffiato, sono quattordici le opere che compongono Souvenir. Tornare alla mente, la maggior parte delle quali mai esposte prima. Dal 4 marzo al 6 maggio 2023 la mostra di Beatrice Pasquali, a cura di Angela Madesani, sovverte il cliché del souvenir, compiendo un viaggio nella memoria e nell’infanzia dell’artista, con riferimenti che vanno dalle favole per bambini come La volpe e l’uva al cinema di Pasolini, passando per Leonardo Da Vinci, Giovanni Boccaccio e Georges Perec.
Beatrice Pasquali ha ricevuto prestigiosi premi e riconoscimenti sia in Italia che all’estero, tra i quali il Premio Giorgio Morandi per l’incisione, il Premio Suzzara Contaminazioni tra linguaggi e tecniche, il Premio Princesse Grace di Montecarlo, conferito dalla Princess Grace Foundation-USA, ed il Premio Arturo Martini per la scultura.
A catturare immediatamente l’attenzione del visitatore in mostra, la serie di quattro panoramiche, ognuna delle quali misura in lunghezza oltre due metri, allestite una accanto all’altra come a formare un storyboard cinematografico. L’idea per cui anche il paesaggio fa parte del patrimonio di un territorio è ispirata dal cortometraggio di Pier Paolo Pasolini La forma della città, che il regista condivide a sua volta con Piero della Francesca. Qui l’autrice attualizza questa visione, dando vita alle immagini come se fosse una scena che si svolge dietro il finestrino di un treno, con gli uccelli che interagiscono e danno vita al paesaggio.
Appositamente realizzati in occasione della mostra sono anche due oblò dipinti su vetro, Je me souviens. La Fontaine I e II, che rimandano ai vetri da proiezioni con lanterne magiche e al tempo stesso a certe iconografie del favolista Jean de La fontaine, con la nota favola de La volpe e l’uva in cui i ruoli sono ribaltabili e la storia si può leggere da più punti di vista. Il mondo della fabula è presente anche nella tavola ispirata alla novella di Boccaccio Chichibio cuoco e la gru, di cui viene dipinta solo la fine della storia, e il ruolo del protagonista è intuibile solo tramite il suo pendolo portafortuna.
Gli amuleti ricoprono un ruolo di grande importanza nell’intera produzione artistica di Pasquali. La pancia del pesce della tavola Je me souviens. Tobias non reca tagli, ma accanto ad essa è posto un ramoscello di corallo, che troviamo in molta pittura antica: un altro oggetto apotropaico per scongiurare il maligno o per favorire la dentizione dei neonati. Sotto il pesce, al lato destro del quadro sono foglie di salvia. L’artista spiega: “È un “je me souviens” di Leonardo, che ne parla nel Codice Atlantico”.
Diorama della nursery è l’installazione a parete composta da sette sfere di vetro soffiato al cui culmine, come una sorta di tappo, è una testina di ceramica dipinta dall’artista: guardare la realtà attraverso il vetro fa da filtro tra chi guarda e ciò che appare, il dato epifanico, così come “l’aria azzurra” di Leonardo che permea i suoi paesaggi. Il vuoto ha una consistenza, l’atmosfera è una presenza.
Beatrice Pasquali. Nata nel 1973 si diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Vince numerosi e prestigiosi premi quali il Premio Giorgio Morandi per l’incisione, il Premio Suzzara Contaminazioni tra linguaggi e tecniche, il Premio Princesse Grace di Montecarlo ed il Premio Arturo Martini per la scultura. Ha esposto in spazi pubblici tra cui la Palazzina dei Giardini di Modena, il Frissiras Museum di Atene e in gallerie sia in Italia che all’estero. È sua l’installazione interattiva per la performance There’s no place like home della compagnia teatrale Fanny & Alexander presso il Teatro Anatomico di Modena e la progettazione delle scene per il balletto L’Opera da tre soldi di Bertolt Brecht allestite presso il Teatro Filarmonico di Verona. Immagini di sue opere sono state scelte per le copertine dei cd di Massimo Zamboni Sorella sconfitta, edito da Fandango con l’opera Tavola delle Fiandre, e L’inerme è l’imbattibile, uscito con “Il Manifesto”, con l’opera Il fabbricante di cuffie. Il numero 107 della rivista “Lettera Internazionale” ha scelto come copertina un’altra sua opera così come il numero 6 della rivista “Rifrazioni”. Si riferiscono a sue opere i racconti contenuti in Le ripetizioni di Giulio Mozzi, 2021 edito da Marsilio. Ha inoltre collaborato con la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia nell’ambito del progetto “A scuola di Guggenheim”. Le sue opere sono state acquisite nelle collezioni permanenti di Musei italiani ed esteri. Vive e lavora a Verona.